Dopo le autosospensioni di dirigenti e iscritti continua ancora la lotta intestina nel partito lametino. Si lamenta una «mancanza di democrazia partecipata»
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«Un partito andato in frantumi per mancanza di democrazia partecipata». E ancora. «Chi tiene alla propria terra e alla trasparenza del proprio gruppo partitico, dopo un terremoto giudiziario, politico e amministrativo di tale portata, tende a riflettere, a fare le scelte temporalmente più opportune e quantomeno discusse e condivise tra chi ne ha responsabilità e diritto che non è quello del solo coordinatore provinciale o cittadino. Così fosse, non si parlasse di gruppo, né di partito, ma di auto-monocrazia che non riconosciamo nei dettami della buona politica».
La vicenda del rientro negli azzurri lametini di Francesco De Sarro è stata più che uno tsunami. Quella che sembrava essere una querelle interna ha, alla fine, polverizzato il partito con l’autosospensione di un folto gruppo di iscritti.
In particolare, ad inasprire gli animi il placet all’operazione dal coordinatore provinciale Mimmo Tallini e da quello cittadino Spinelli. E ora la lotta intestina continua con una nota stampa infuocata: «Siamo profondamente delusi, sia dai modi monocratici utilizzati per scelte così importanti che hanno notevoli ricadute sul territorio di Lamezia già martoriato da uno scioglimento comunale, sia per le polemiche ad personam, continue ed incessanti a colpi di infinite repliche che poco hanno a che fare con un partito che dovrebbe crescere dopo aver raggiunto il minimo storico di gradimento nazionale».
«Ci rivolgiamo all’On. Tallini per la dirigenza provinciale e agli On.li Santelli, Occhiuto, Mangialavori, Siclari e Tripodi per la dirigenza regionale. L’autosospensione di tutti i dirigenti locali di un partito dovrebbe far riflettere, a meno che gli stessi non siano degli stolti precedentemente nominati in maniera totalmente errata o militanti con capacità di critica che, se coinvolti democraticamente nelle scelte, potrebbero frenare un’operazione il cui diniego rappresenterebbe un fallimento dei piani di chi l’ha ideata. Tallini ha parlato di scelta ponderata e condivisa. Ma da chi? - chiedono gli azzurri -ancora non lo abbiamo capito».
«Si chiarisca bene – si legge ancora - fino ad oggi il gruppo forzista lametino ha agito secondo logiche di apertura e accoglimento di tutti coloro che grazie al duro lavoro svolto in due anni si son voluti avvicinare. Rinnovata e ripartita dopo le ultime elezioni comunali, grazie alla volontà dei candidati di lista rimasti sordi al richiamo di altre sirene verdiniane e alla fedeltà sia dell’unico consigliere comunale eletto rimasto che di un ex consigliere regionale, Forza Italia Lamezia si è allargata sempre di più, accogliendo giovani e profili di alto spessore sociale e politico alcuni dei quali già appartenenti ad altri gruppi o direttamente candidati alle scorse amministrative in altri schieramenti».
«Come sempre, anche questa volta saremmo stati felici di accogliere anche i ragazzi del movimento Cittadini Attivi in Politica, purchè ne sia rimasto attualmente in stand-by operativa il leader De Sarro. Sull’ex presidente della massima assise cittadina, infatti, grava purtroppo la citazione della sua figura nella relazione di scioglimento del consiglio comunale di Lamezia, benché indirettamente coinvolto, per presunta pratica di compravendita di voti ad opera del padre Luigi, attualmente co-indagato nell’ambito dello stesso procedimento penale con lo zio paterno di un intraneo alla cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri, presumibilmente compartecipante al procacciamento di voti in favore del figlio. Una vicenda che, decritta nelle righe del dossier della Commissione d’accesso antimafia fin da pagina 40, viene intrecciata, ad ausilio del quadro investigativo ed accusatorio, anche ad attività intercettive effettuate nell’ambito dell’operazione “Crisalide”, attraverso le quali sono state oggetto di attenzione esplicite esternazioni relative alla compravendita elettorale di De Sarro e captate dagli inquirenti nell’autovettura di un esponente della cosca Gualtieri».
«Avremmo atteso - aggiungono - con felicità l’esito favorevole e positivo di questa brutta vicenda giudiziaria, festeggiando con Francesco De Sarro anche il suo rientro in Forza Italia. Ma l’On. Tallini e l’avv. Spinelli sono stati, a nostro avviso, fin troppo frettolosi e autoritari nel compiere una scelta per altro non condivisa e appresa dalla dirigenza lametina solo attraverso gli organi di stampa, rimanendone dunque assolutamente ignara, mai informata né coinvolta democraticamente e anzi, dopo la rimostranza dell’autosospensione in segno di protesta contro una decisione monocratica, anche beffeggiata con la nomina dello stesso De Sarro a vicecoordinatore provinciale di Catanzaro».
«Se questi - concludono - sono i segni di maturità, collegialità, rispetto e democrazia del gruppo provinciale e regionale di Forza Italia, riteniamo di dover fare una approfondita riflessione con tutti gli iscritti al fine di verificare se permangono le condizioni di militanza nel partito.
A firmare la nota: Roberto Ascioti, Martina Candido, Giovanni Carino, Alessandra Cefalà, Elena Cefalà, Marco Cerminara, Alessandro Cordiano, Giuseppe Cristiano, Filippo Saverio Folino, Pasquale Gentile, Vincenzo Gigliotti, Fabio Gottardo, Antonio Gualtieri, Mario Magno, Giovanni Melito, Danilo Messena, Cosimo Pistocchi, Diego Pistocchi, Giuseppe Pizzonia, Cesare Posca, Luigi Pullia, Alessandro Raso, Cristian Raso, Filippo Raso, Giacinto Saladino, Pietro Sinopoli, Nicolino Trombetta, Francesco Ruberto, Vincenzo Ruberto, Rosy Rubino.
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