L’unica certezza è la discussione che il progetto dell’Alta velocità ferroviaria crea sul territorio, per il resto si naviga a vista. Il dibattito c’è, i soldi forse, i tempi andranno per le lunghe.

Il primo tratto in cui l’Av si affaccerà in Calabria attraverserà i comuni di Tortora e Praia a Mare. Fa parte del sublotto che inizia a Romagnano e, tanto per stare alla questione non secondaria dei fondi, «l’intervento non è completamente finanziato per la fase realizzativa, ma solo parzialmente a valere sul Contratto di programma investimenti». La relazione conclusiva del coordinatore Roberto Zucchetti segnala che «Rfi ha evidenziato i fabbisogni necessari per garantire la completa copertura finanziaria dell’opera». Riguardo ai tempi, il disallineamento tra il tratto campano e quello calabrese è netto.

Il cronoprogramma prevede, infatti, l’attivazione dell’intero lotto Battipaglia-Romagnano nel rispetto dei vincoli del Pnrr al 2026. Per il versante calabrese si prevede, invece, l’attivazione per fasi al 2031 ancora una volta «in funzione della completa copertura finanziaria dell’opera». L’orizzonte finanziario è incerto, quello per i lavori dista otto anni.

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Le questioni sollevate nelle settimane del dibattito pubblico fanno emergere, secondo la sintesi di Zucchetti, «una difficoltà delle comunità locali a lavorare insieme per cogliere le opportunità che la nuova linea potrà offrire». La sottolineatura successiva rimanda all’intervento di «gruppi di pressione» che provano a influenzare il dibattito per porre «con insistenza il proprio specifico punto di vista, cercando di farlo prevalere contro quello degli altri anziché cercare di sviluppare sinergie sui punti di contatto».

«L’incertezza sul tracciato a Sud attiva le lobby»

Zucchetti evidenzia anche le falle all’interno nel percorso. Crepe all’interno delle quali si insinuano le critiche: «Un elemento di difficoltà – spiega il responsabile – in parte strumentalizzato da alcuni oppositori, rimane l’incertezza che caratterizza il tracciato che la linea seguirà a valle di Praia a Mare, incertezza che attiva i rappresentanti e i gruppi di pressione dei territori che temono di essere penalizzati dalle scelte che appaiono oggi più probabili». È il cuore del dibattito – e dello scontro tra posizioni contrastanti – a valle del Tirreno cosentino. Dalla scelta di quale percorso privilegiare discendono conseguenze sull’impegno finanziario e sul coinvolgimento dei territori.

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Le associazioni chiedono lo stop al dibattito: «Non ci sono certezze sulla prosecuzione dell’opera»

Sono questioni strategiche che hanno portato alcune associazioni a chiedere la sospensione temporanea del dibattito pubblico. Per Roberto Galati, presidente di “Ferrovie in Calabria”; Andrea Incerto Leone, segretario dell’Unione delle Associazioni della Riviera dei Cedri e del Pollino, e Domenico Mazza, presidente del gruppo Jonia-Magna Graecia, questa fase della discussione si svolge «senza avere la minima certezza di quella che sarà la prosecuzione dell’opera; pertanto, le osservazioni e le scelte espresse in questa fase incideranno negativamente, senza soluzione di rimedio, anche sui territori al momento non interessati dal passaggio della nuova infrastruttura». Non basta «stabilire il tracciato ma soprattutto le fermate di un’opera così importante senza avere quantomeno contezza di come la nuova linea potrebbe arrivare almeno fino a Paola/Cosenza e soprattutto di come si ricongiungerà alla ferrovia Jonica, visto che dai documenti progettuali emerge l’abbandono dell’ipotesi Praia-Tarsia». Punto di vista comprensibile: difficile valutare gli aspetti di un’opera della quale non si conosce ancora lo sviluppo.

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Alta velocità, l’allarme sui futuri cantieri da Tortora: «Siete andati pesanti»

Nell’area di Tortora, i dubbi sul tracciato riguardano soprattutto la sostenibilità ambientale. Il consigliere comunale Pasquale Lamboglia ricorda le battaglie combattute per preservare la Valle del Noce e denuncia la «devastazione» del territorio. «Siete andati pesanti»: così la relazione conclusiva sintetizza il suo intervento che allarga le preoccupazioni anche al patrimonio archeologico e alle falde acquifere.

Zucchetti replica che «le opere previste non interferiscono con i siti vincolati (Palecastro e Torre Nava), né costituiscono un ostacolo alla loro visuale». In ogni caso, «è stato redatto un piano delle indagini archeologiche preventive alla realizzazione dell’opera».