Il senatore ricorda il gioco di prestigio già fatto per il Ponte sullo Stretto ai danni del Fondo Coesione e giudica assurdo tagliare di 750 milioni il fondo complementare.
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«In termini di popolarità e di voti, il governo Meloni pagherà molto caro il recente taglio di 750 milioni che ha riguardato il Fondo complementare del Pnrr. destinati in particolare all’Alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, ad ammodernare strade e porti e a potenziare la sanità pubblica». Lo dichiara, in una nota, il senatore Nicola Irto, segretario del Pd calabrese.
«L’Esecutivo a trazione leghista conferma – spiega il parlamentare dem – la propria avversione politica nei confronti del Mezzogiorno. Al fine di aumentare la dotazione del credito d’imposta nell’ambito della Zes unica, il governo in carica, nemico giurato della coesione territoriale e dell’equità sociale, ripropone il gioco di prestigio che aveva sperimentato, tra l’altro, per finanziare l’inutile ponte sullo Stretto: non mette un centesimo sulle priorità del Paese ma leva i soldi ai servizi e alle infrastrutture indispensabili del Sud e li indirizza altrove, stavolta condannando la Calabria al peggiore isolamento e colpendone al cuore il Servizio sanitario regionale».
«Il governo non può sottrarre – sottolinea Irto – risorse preziose per il futuro dei cittadini. Ormai è evidente che, per il proprio tornaconto elettorale, il centrodestra punta all’impoverimento e allo spopolamento delle regioni del Sud. Si tratta di un disegno politicamente cieco e bieco che, centrato sull’autonomia differenziata, sta già producendo una dilatazione dei divari territoriali. Perciò, la nostra lotta politica prosegue con sempre maggiore unità e determinazione. Con il completamento della raccolta delle firme per il referendum contro il regionalismo differenziato, daremo al centrodestra – conclude il senatore del Pd – un fortissimo segnale di dissenso. Nel frattempo, con le nostre proposte e con l’ascolto delle comunità locali, continuiamo a costruire l’alternativa di governo, giorno dopo giorno».