Dopo aver metabolizzato il ritorno a Riace, nell’animo di Mimmo Lucano è ancora viva l’emozione di aver riabbracciato la sua gente. L’ex sindaco del paese dell’accoglienza a mente fredda ha tracciato davanti ai giornalisti un bilancio della sua esperienza da esiliato, dicendosi dispiaciuto per la macchina del fango partita sul suo conto. «Piuttosto che leggere espressioni denigratorie nei miei confronti – ha affermato - mi sarei fatto senza problemi un altro anno di esilio. Non nutro rancore e vendetta contro nessuno, neppure a livello locale».

Lucano resta tuttavia ancora imputato a piede libero. Mercoledì al tribunale di Locri ripartirà il processo che lo vede alla sbarra per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’incontro con la stampa è stata l’occasione per respingere ancora una volta le accuse. «Possono continuare a scavare ma non troveranno nulla – ha tuonato Lucano – molti paesi italiani hanno scelto di praticare l’accoglienza agli immigrati – ha osservato ancora - ma perchè tutti vogliono venire a Riace?».

 

In vista delle elezioni regionali Lucano non chiude all’ipotesi di una sua possibile candidatura a palazzo Campanella, ma soltanto a determinate condizioni. «Se me lo dovessero chiedere gli amici del comitato 11 giugno come Sasà Albanese, Peppino Lavorato e Franco Saccomanno ci potrei pensare. Non accostamemi al Pd, la vera sinistra in politica – ha concluso – non ha mai avuto voci in capitolo».

 

 

LEGGI ANCHE: