«Basta fomentare l’odio», il Comitato pro Lucano condanna l’aggressione a Cosenza

Gli attivisti vicini all’ex sindaco di Riace chiedono alla politica regionale di promuovere politiche di integrazione efficaci: «I ghetti non servono»

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7 settembre 2019
14:41
Mimmo Lucano e Saverio Bartoluzzi
Mimmo Lucano e Saverio Bartoluzzi

«Quello che accade nella mente delle persone è fomentato dall’incitamento all’odio verso il diverso. Ma diverso da chi? Siamo all’assurdo».
Il comitato Undici giugno, sorto a suo tempo per sostenere le ragioni di Mimmo Lucano, interviene sull’episodio di violenza ai danni di un bambino marocchino di appena 3 anni, consumatosi in pieno centro a Cosenza. Rimarcando le ipotizzate motivazioni a sfondo razzista che hanno scatenato l’ira degli aggressori (due persone parenti di un pentito di camorra, ora allontanati dalla Calabria), il rappresentante vibonese del comitato, Saverio Bartoluzzi, sottolinea che «bisogna abbassare i toni di odio». «Ci troviamo davanti al futuro di due bambini – continua -. Il bimbo marocchino vittima dell’aggressione e il piccolo che stava nella carrozzina. L’odio porta alla guerra tra poveri mentre altri godono di privilegi impensabili. Ci vuole un processo di integrazione che parta davvero dal basso, dalle scuole. I ghetti non servono a nulla, producono manovalanza alla delinquenza e alla ‘ndrangheta. Purtroppo nei programmi politici non vi è mai traccia di queste tematiche. Qualcuno avrà il coraggio di parlarne durante la prossima campagna elettorale per le regionali o teme di perdere consensi?».

 


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