Una e trina. E con gli attributi. Attivista. Azzurra berlusconiana nel cuore. E, non ne se la prendano in centinaia, unica vera compagna di Silvio Berlusconi.

Introdotta dalle note di "non è Francesca" è invece proprio lei, Francesca Pascale, la chicca del salotto romano di Perfidia, il talk di Antonella Grippo che venerdì dal cuore della Capitale (rivedi qui la puntata) ha trasmesso una serie di intervista di rilevanza nazionale (Bisignani sulla fine del governo Meloni docet).

Lucida Pascale, con la passione in tasca ma con sguardo a metà tra lo sbarazzino dei capelli e chi la sa lunga. Molto lunga. Ci sono nostalgie nel suo inevitabile racconto. Anche qualche rammarico persino contemporaneo come la constatazione reiterata di incontrare la lotta per i diritti, la frequentazione dei pride, solo con le bandiere a sinistra. Anche perché Forza Italia, la sua primordiale Forza Italia, liberale e libertaria non ha mai interrotto link con il ventre dalla società vera. Berlusconi era il "muro di Berlino" tra la destra fascista e la razionalità dello stare insieme in un contenitore liberale. Pascale concetto. E non a caso senza di lui, e senza "il muro", la contaminazione è senza freni.

Ma guai a dar per fritta Giorgia Meloni. Che bella gente c'è, sentenzia Francesca. «Non l'ho votata ma non auguro a Schlein un duello con lei. La farebbe a pezzi perché il Pd è griffe di grandi ipocrisie industriali e la sua segretaria la leader perfetta per perdere. Sono usciti gli operai e sono entrate le banche nel "cda" del Pd, per il capello corto e biondo di Francesca Pascale. Che ha un solo e grande rammarico. Forza Italia. Che si accontenta della sua residualità contemporanea, fa il nano con gli alleati e l'impiegato ai tavoli». Perché questo è Tajani, parola di Francesca. «Grigio, galleggiante, con obiettivi limitati. Abitante del potere senza grandi eccessi».

Ecco, lo scoop di Francesca. «Presto mi presenterò a loro. Ho una offerta da fare a Forza Italia in tre punti».

Buona fortuna Tajani.