E adesso, la delibera con la quale il Consiglio regionale ha deliberato un impegno di spesa da 228mila euro per il funzionamento dei gruppi, mentre l’Assemblea non si riunisce dallo scorso 29 dicembre, alimenta anche la polemica politica.

Dentro l’Udc, che non ha pace in questi mesi, scoppia un nuovo caso. Il consigliere Nicola Paris, che da pochi giorni ha abbandonato il partito e si è trasferito al Misto, ha scritto al capogruppo Giuseppe Graziano per diffidarlo dall’adottare “qualunque atto o decisione relativa alla stipula di contratti di collaborazione ed eventualmente di revocare i contratti già firmati».

Secondo Paris sottoscrivere nuovi contratto adesso, magari per la durata di un mese in considerazione anche del fatto che l’impegno di spesa copre i mesi di gennaio e febbraio, sarebbe illegittimo, ma soprattutto potrebbe essere scambiato come una mossa dal sapore elettorale.

Il consigliere regionale ha chiesto poi formalmente l’invio del rendiconto 2019 al capogruppo e depositato a palazzo Campanella una formale richiesta di accesso agli atti.

Pare che dietro l’abbandono del partito, che ha visto finire agli arresti domiciliari l’assessore al Bilancio nonché segretario regionale Francesco Talarico nell’ambito dell’inchiesta “Basso Profilo”, ci sarebbe anche la gestione del gruppo consiliare e il rapporto con Graziano in crisi da lungo tempo.

Già qualche mese fa, quando il Consiglio aveva approvato (per poi rimangiarsela) la norma sui vitalizi, Paris non aveva partecipato alla votazione in aperta polemica con il partito e aveva scritto al segretario nazionale Lorenzo Cesa (anche lui indagato in “Basso Profilo”) perché lo stesso prendesse provvedimenti nei confronti di Graziano che invece era stato tra i favorevoli alla norma in questione.

Adesso la nuova puntata dello scontro seppure ormai da gruppi diversi. In uno scenario del genere ipotizzare che l’Udc possa approntare una lista competitiva alle prossime regionale sembra sempre di più un azzardo. E il colpo per la coalizione di centrodestra non è da poco, considerando che i centristi alle regionali di un anno fa avevano raccolto più del 7% dei consensi.