Reggio Calabria - Nessuna sorpresa dalla prima seduta del consiglio del consiglio regionale. Salvo le scritte contro il governatore all'ingresso della città dello stretto, "Oliverio Nemico di Reggio", che hanno riportato la memoria indietro di nove lustri. Ai moti degli anni settanta. Ma la strategia della tensione non ha sortito alcun effetto.  L'assise ha dato il via libera in prima lettura alla modifica dello Statuto. Tutto è filato liscio. L'esame dalla maggioranza allargata al Nuovo centrodestra è stato superato in scioltezza. E dopo l'abbraccio dell'Ncd non avrebbe potuto essere altrimenti. In ossequio alla proposta di legge presentata da quattro consiglieri regionali, Battaglia, D'agostino, Irto e Romeo, approvate le modifiche alla "Magna Charta" calabrese. Nella fattispecie, dall'assemblea, dunque, disco verde all'abolizione della figura del consigliere supplente, all'introduzione del consigliere delegato e alla cancellazione del limite del cinquanta per cento degli assessori esterni nell'esecutivo che verrà annunciato da qui a qualche giorno. A proposito, non saranno sei, ma verosimilmente sette gli uomini destinati ad entrare nella squadra del governatore che inizialmente avrà un formato mignon. Uno di questi assumerà le mansioni di vicepresidente. Interpretazione ad litteram della legge secondo cui i membri della giunta non debbano essere più di un quinto dell'intero consesso.

Considerando che il consiglio regionale è formato da trentuno unità, si è arrivati alla determinazione già adottata da altre regioni. Quanto alla rappresentanza femminile, accolto l'emendamento di Flora Sculco: l'esecutivo dovrà essere composto da donne per almeno il 30%. L'assemblea ha votato anche i tre grandi elettori del prossimo presidente della Repubblica. Si tratta del governatore Mario Oliverio, del presidente del Consiglio Antonio Scalzo e del consigliere regionale di Forza Italia Nazzareno Salerno, uno dei pochi elementi della giunta Scopelliti a salvarsi dalla bufera che ha travolto il centrodestra. Sul ruolo unico dei dipendenti di giunta e consiglio regionale il governatore ha tranquillizzato tutti. Ma chiarendo che non  si ritornerà indietro. Nessun problema neppure per le leggi proroga in materia di rifiuti, urbanistica e usi civici. Rinviata tra le polemiche, invece, la trattazione delle linee programmatiche. Servirà una seduta ad hoc ha chiarito Oliverio, ignorando le polemiche di Fi già sull'Aventino.