Si risolverà lunedì prossimo, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, il rebus Commissioni a Palazzo Campanella. Il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha infatti convocato, a partire dalle 14:30, con intervalli di venti minuti, tutte le otto Commissioni dell’Assemblea legislativa calabrese con all’ordine del giorno due soli punti concernenti il rinnovo delle cariche, e quindi la presidenza, la vicepresidenza e il consigliere segretario.

La “soluzione interna” agli organismi consiliari arriva dopo la fumata grigia degli inizi di settembre, quando Mancuso convocò i capigruppo con l’intento di risolvere la questione Commissioni ritrovandosi però in compagnia solo dei colleghi di maggioranza. I capigruppo di minoranza Bevacqua, Tavernise e Lo Schiavo, con un tacito accordo disertarono la seduta contestando a microfoni spenti il metodo messo in campo proprio da Mancuso, considerando anche le conferme che erano già arrivate dai partiti.

Il risultato fu che non se ne fece nulla. Anche perché l’unico nodo, tutto interno alla maggioranza, non fu sciolto con la conseguenza che a rimetterci sul piano numerico, politico e del bon ton politico saranno le minoranze di Palazzo Campanella che si ritroveranno a non guidare più la Commissione speciale di Vigilanza che per prassi viene lasciata appannaggio delle opposizioni.

D’altra parte il quadro delle presidenze non sarà stravolto con Fratelli d’Italia a guidare la Prima (Luciana De Francesco) e la Seconda (Antonio Montuoro); Forza Italia la Terza (Pasqualina Straface); la Lega la Quarta (Pietro Raso) la Quinta (Giuseppe Mattiani) la Sesta (Katya Gentile) e l’Antindrangheta (Pietro Molinaro). All’appello manca, come detto, la Commissione speciale di Vigilanza la cui presidenza era stata affidata ad inizio legislatura al pentastellato Francesco Afflitto.

La partita delle Commissioni si inserisce nel più complesso gioco d’incastro del giro di boa di metà legislatura, praticamente coinciso con le elezioni europee, il cui esito ha sostanzialmente riequilibrato i rapporti di forza nella maggioranza. Elezioni europee che erano state anticipate proprio da una parte del previsto “rinnovo” degli organismi consiliari, con la riconferma dell’ufficio di presidenza del Consiglio, con Mancuso in testa. Gli aggiustamenti in giunta ad opera del capo dell’esecutivo Roberto Occhiuto e appunto i rinnovi delle presidenze delle Commissioni chiuderanno dunque il cerchio.

Gli spazi sono quindi risicati e la maggioranza si trova costretta a sconfinare puntando la Commissione di Vigilanza per accontentare Forza Italia che piazzerà Domenico Giannetta sullo scranno più alto. Nel frattempo però sono stati i due consiglieri di Azione Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano ad alzare la cresta all’interno della maggioranza, da una parte attaccando il governo di Giorgia Meloni e dall’altro rivolgendo le proprie attenzioni proprio alla presidenza di una qualche Commissione, rivendicando maggiore spazio.

Lo scontro, ad onor del vero, non si è acceso, ma da qui a lunedì 23 settembre, tutto può succedere.