Circoli del Pd come “votifici” dove i rapporti di forza vengono decisi a tavolino in base agli equilibri politici locali. È questo il senso dei ricorsi alla Commissione nazionale di garanzia del Nazzareno, promossi in Calabria dalla mozione di Francesco Boccia, parlamentare e candidato alla segreteria nazionale del partito. Le consultazioni dei circoli cittadini in Calabria dovrebbero concludersi domenica, ma in alcune province le operazioni sono in dirittura d’arrivo o già terminate, con Nicola Zingaretti - sponsorizzato dall’area del governatore Mario Oliverio – che viaggia oltre il 70 %.


Un successo che, sebbene ampiamente previsto, viene screditato dalla scarsa trasparenza delle operazioni di voto. Almeno secondo quanto sostiene la coordinatrice regionale della mozione Boccia, Alessia Bausone, che ha già inoltrato diversi ricorsi agli organismi di garanzia del partito chiedendo l’annullamento di molte consultazioni. Sotto la sua scure sono finite, in particolare, le convenzioni tenutesi nel Crotonese, a cominciare dalla stessa città pitagorica, per continuare con Belvedere Spinello, Caccuri, Carfizzi, Casabona, Castelsilano, Cerenzia, Cirò, Cirò Marina, Cotronei, Cutro, Isola Capo Rizzuto, Melissa, Mesoraca, Pallagorio, Petilia Policastro, Rocca di Neto, San Mauro Marchesato, San Nicola, Santa Severina, Scandale, Strongoli, Verzino, Savelli e Roccabernarda.


Più o meno stesso copione in provincia di Catanzaro, con ricorsi già promossi per quanto accaduto a Zagarise, Davoli e Girifalco. Con riferimento a Sersale, sempre nel Catanzarese, la coordinatrice regionale della mozione Boccia punta il dito direttamente contro il direttivo provinciale del partito, denunciando di essere venuta a conoscenza della consultazione solo dopo la ricezione del verbale di votazione.


«Le convenzioni di circolo non rappresentano un mero votificio – scrive Bausone nella sua denuncia agli organismi di garanzia -, ma uno scambio di opinioni e un confronto tra mozioni differenti che dovrebbero portare a un arricchimento di dibattito e di contenuto, oltre che a una vera partecipazione, tant’è che lo stesso regolamento impone la garanzia di “ampia possibilità di intervento”. L’aver estromesso con dolo la presenza di un’intera mozione, menoma il dibattito congressuale e risulta essere un atto di grande scorrettezza ad opera del segretario provinciale protempore».


L’accusa, dunque, è esplicita: dolosa estromissione della mozione Boccia. Una tesi che la coordinatrice calabrese dello schieramento che fa riferimento al deputato pugliese giustifica elencando le irregolarità riscontrate, dalle mancate convocazioni degli iscritti, al non rispetto dei congrui tempi d’avviso. Un muro di gomma contro il quale lei stessa è rimbalzata nel vano tentativo di partecipare alle mozioni in programma: nelle rare occasioni in cui è riuscita a sapere ora e luogo delle diverse consultazioni di circolo, annunciando ai segretari locali l’intenzione di partecipare, la convenzione veniva rimandata oppure la sede dell’incontro risultava inesistente.
Un modus operandi che, qualora venga confermato, sembra posizionarsi nello stesso cono d’ombra che ha sempre circondato il tesseramento democrat in Calabria, con campagne di adesione fatte a tavolino sulla base dei rapporti di forza esistenti.


Enrico De Girolamo

 

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