Se non è un inedito per la nostra Repubblica parlamentare, poco ci manca. La battaglia per un seggio alla Camera o se vogliamo il caso Gentile sta mandando in tilt il Parlamento. Dopo l’occupazione da parte dei grillini della sede della giunta per le elezioni, ieri sono arrivate le sanzioni per i protagonisti della protesta. L’ufficio di presidenza della Camera ha usato il pugno duro: censura, con l’interdizione di partecipare ai lavori parlamentari, per un periodo dai 10 ai 15 giorni. Lo stop di 15 giorni arriva per Gaetano Amato, Valentina Barzotti, Leonardo Donno e Antonio Iaria. Sospesi per 10 giorni invece Dario Carotenuto, Emma Pavanelli e per la calabrese Elisa Scutellà. Proprio quest’ultima è quella maggiormente interessata a questa storia. Se dovesse passare l’emendamento presentato dal centrodestra alla giunta per le elezioni, su un nuovo meccanismo di conteggio delle schede, è lei che rischia di perdere il seggio in una specie di domino che vedrebbe entrare Andrea Gentile in luogo di Anna Laura Orrico e quest’ultima che prenderebbe appunto il posto della Scutellà.

Leggi anche

Ma torniamo alle sanzioni e al caos di ieri. La stessa Anna Laura Orrico ha scritto un post in cui sottolinea come «quando all’allora presidente Roberto Fico venne lanciato il tomo della legge di Bilancio, l’autore venne punito con 2 giorni di sospensione. Quindici giorni di sospensioni dalle attività, invece, a 4 deputati (Amato, Barzotti, Donno, Iaria), dieci ad altri 3 (Carotenuto, Pavanelli, Scutellà) i quali, fra l’altro, negano le condotte contestate. Non potranno votare per il Decreto Lavoro (nel quale aboliranno il Reddito di Cittadinanza), né partecipare ad altre importanti attività spettanti alla minoranza. A molti altri richiamo scritto per comportamenti inopportuni. Il tutto comunicato non in aula, come dovuto, bensì appreso da una nota stampa».

Leggi anche

Proprio questa circostanza ha scatenato ieri una bagarre. Al punto che il gruppo M5s alla Camera è uscito dall’Aula durante le comunicazioni del vicepresidente Fabio Rampelli in segno di protesta per «totale violazione del regolamento». Ad attaccare è stato il capogruppo grillino Francesco Silvestri: «Vorrei trasmettere il disagio di avere una presidenza che fa sapere il risultato di sanzioni ad un gruppo parlamentare, ai cronisti, qui fuori, invece che in quest’Aula. E siete gli stessi che scrivete che l’avviso di garanzia non deve più essere recapitato dalla polizia giudiziaria ma con mezzi ordinari per rispettare il diritto di riservatezza degli indagati. Cioè, da una parte avere una certo tipo di cultura e qui dentro ci fate sapere delle sanzioni a mezzo stampa».

«Se questo tipo di atteggiamento è volto a silenziare il gruppo del M5S - ha aggiunto Silvestri, incalzato dalla collega Vittoria Baldino - non si fa altro che rafforzare le nostre ragioni che continueremo a portare in ogni sede, sia qui dentro e, se ci butterete fuori tutti, anche lì fuori e come avete visto sabato non saremo soli». Vedremo cosa succederà adesso. La seduta della giunta per le elezioni è stata nuovamente rinviata perché in Aula c’era la fiducia sul decreto Enti che reca disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale. Intanto oggi sono state recapitate le lettere ai deputati del M5s interessati. Il gruppo sta ragionando su una possibile controffensiva.