Una sortita controproducente. La “capatina” di Mario Oliverio ai lavori della Direzione nazionale doveva essere un modo per confermare la fedeltà al Pd e smentire le voci di una sua imminente espulsione. In realtà, la trasferta romana non ha fatto altro che dimostrare plasticamente l'isolamento del presidente calabrese.

«Era seduto da solo, è rimasto in tutto 10 minuti. Poi è uscito, accompagnato fuori da Enza Bruno Bossio», racconta un membro della Direzione. La stessa fonte riferisce che Oliverio avrebbe abbandonato la sede del Pd «quando Zingaretti ha ribadito la necessità dell'accordo con il M5S».

Le parole di Zingaretti

Tempistica a parte, le parole del segretario pd spiegano bene la solitudine di Oliverio e ne illuminano il sentiero politico, ormai sempre più stretto.
Zingaretti ­ha lanciato l'hashtag #cambiamento, prospettato la riforma del partito, anticipato la nascita di una piattaforma online e dei “punti dem”. È, soprattutto, tornato sulla necessità di trasformare il patto di governo in una vera alleanza tra Pd e M5S, da sperimentare al più presto, anche in occasione delle prossime elezioni.

«Non possiamo governare insieme solo per resistenza a Salvini, bisogna invece prendere atto che le due forze insieme rappresentano il 40% dell'elettorato». Nel ragionamento del leader del Pd il test da affrontare – e, possibilmente, superare – sono le Regionali.

Oliverio sarebbe andato via a questo punto. Non importa sapere se l'indiscrezione corrisponda a verità, quanto piuttosto prendere atto del nuovo corso dem, che sembra escludere definitivamente il governatore calabrese.
L'accordo con i 5 stelle non prevede la sua candidatura; e, del resto, lo stesso Oliverio ha più volte criticato il tentativo di replicare l'intesa giallorossa anche in Calabria.

Il patto

Il presidente della Regione tifa contro il patto e spera che non si concretizzi. In fondo è l'unico atout che gli rimane. Se l'abbraccio tra Pd e Movimento dovesse infine tradursi in una stretta di mano per dirsi addio, Oliverio – che avrebbe già pronte 6-7 liste – si ritroverebbe infatti a svolgere un ruolo ancora preminente nel centrosinistra calabrese, con il Pd totalmente spiazzato e senza candidati pronti ai blocchi di partenza.

«C'è Callipo»

Ma il governatore si trova nelle condizioni di sperare l'impossibile.
«L'accordo è già stato chiuso, il candidato alla presidenza sarà Pippo Callipo», confessa un consigliere regionale del Pd. Ma allora perché manca l'ufficialità? «Innanzitutto perché si aspetta il voto in Umbria, dove il distacco dal centrodestra si è ridotto da 20 a 3 punti»; e poi perché «ci sono diverse contrapposizioni interne da vincere».

È il caso del M5S, dove sono ancora tanti i portavoce e gli attivisti che storcono il naso rispetto all'alleanza con il Pd.
L'inflessibilità iniziale sembra però essersi trasformata in un possibilismo che lascia ben sperare gli sherpa addetti alla trattativa.
Emblematico il caso del presidente dell'Antimafia Nicola Morra, passato da un oltranzismo di maniera («Con il Pd? Si drizzano le carni») all'atteggiamento più dialogante delle ultime ore: «La mia valutazione nei confronti del Pd calabrese è, in maniera assolutamente convinta, negativa. Se poi il Pd nazionale dovesse essere capace di fare un’operazione di bonifica importante, facendo emergere quelle positività che certamente ci sono, sarà un altro scenario»,

Ad accrescere l'entusiasmo dei pontieri è anche l'ultimo sondaggio Bidimedia sulle intenzioni di voto (all'11 ottobre) in Calabria rispetto allo «scenario Pd+M5S». La rilevazione assegna ai giallorossi il 50,9% delle preferenze, con un distacco rispetto al centrodestra vicino ai 10 punti.

Il clima è cambiato

«C'è un nuovo clima, ma non ci è favorevole», ammette uno tra i principali supporter di Oliverio. Il quadro generale è davvero cambiato e la volontà di Zingaretti, unita a quella di Beppe Grillo – che a Napoli ha detto «vaffa» ai pentastellati che si oppongono al Pd – lasciano supporre che l'intesa verrà siglata anche in Calabria.

Un altro dem, fedelissimo del governatore, non si fa illusioni: «Aspettiamo di vedere cosa succede in Umbria: se il patto civico tra noi e il Movimento non regge, Mario potrebbe essere l'unica alternativa in campo. Se invece i risultati saranno buoni, non ci sarà più partita nemmeno in Calabria. Oliverio sarà depotenziato e capirà che non è più il caso di insistere».

 

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