VIDEO | L'azienda regionale chiama in causa Palazzo San Giorgio sul processo di regolarizzazione degli alloggi occupati abusivamente
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Comune di Reggio Calabria e Aterp non collaborano nel processo di regolarizzazione degli alloggi abusivi del quartiere Arghillà. Lo dice senza mezzi termini Rita Minicò, dirigente amministrativa della sede reggina dell’azienda regionale per l’edilizia residenziale pubblica. «Non c’è sinergia – precisa – anche se noi avevamo invocato la creazione di una struttura che facesse operare insieme e in maniera stabile i due enti». Il 30 giugno scadono i termini per la presentazione delle domande, rimane alto il numero di quanti vogliono mettersi in regola – almeno 200 istanze hanno quantificato gli attivisti del Coordinamento di quartiere – ma gli uffici, se non dialogano, si trovano davanti a grandi difficoltà.
«Confermo che sono veramente tante le domande arrivate – conclude la dirigente – a noi e al Comune rimane ora l’incombenza delle diverse verifiche dei requisiti». L’assessore Rocco Albanese al telefono non risponde e quindi è rimandata la versione di Palazzo San Giorgio su questo lavoro imponente, in base alla legge regionale 37 che in riva allo Stretto viene vista come una leva capace di far uscire dal disagio quelli che il segretario provinciale dell’Ania, Vincenzo Leotta, definisce «invisibili da 10 anni».
Il responsabile dell’associazione del inquilini assegnatari fa parte di quella folta schiera che, viste le incertezze degli enti, invoca la convocazione di un tavolo «perché il caso deve vedere il coinvolgimento anche del governo, per fare a Reggio Calabria quello che è stato fatto con gli interventi avvenuti a Messina e Napoli». Si spera nell’effetto emulazione e nella nazionalizzazione del caso Arghillà, ma intanto non c’è stata nessuna garanzia che la cabina di regia invocata si possa riunire.