“La Giunta regionale deve porsi con urgenza il problema della revisione analitica dei costi dei servizi e delle forniture nel settore della sanità”.


Lo afferma in una nota il presidente del gruppo consiliare a Palazzo Campanella, Alessandro Nicolò.


“La questione va ben oltre l’imposizione delle linee previste dalla spending review  – afferma Nicolò – ed è legata strettamente alla gestione razionale ed efficace del comparto che, così come mostra l’andamento della spesa, seppure in presenza di recupero di risparmi, non potrà essere a lungo sopportata dalle disponibilità finanziarie del bilancio regionale. L’eccessivo gravame della sanità sui conti della Regione non può essere oltre tollerata con il rischio di un vero default per le casse regionali. Oggi – dice ancora Nicolò – grazie anche ad una sperimentazione che sta avvenendo in altre regioni –  ci sono tutte le condizioni per intervenire e riequilibrare  i sistemi di spesa e di controllo in un settore in cui tutte le esperienze di governo regionale pregresse, ed anche quella attuale, stanno sbattendo contro il classico muro di gomma.  Riportare i costi dei servizi e delle forniture e, soprattutto, attivare constatemente i controlli, non è  una mera esigenza politica, ma un appuntamento ineludibile se si vuole veramente riportare in asse la Calabria. Che fare, dunque? Credo che il primo provvedimento sia l’introduzione di un Centro unico per gli acquisti, modulando le necessità in relazione alla domanda dell’utenza ed alle patologie,  uno strumento capace di definire compiutamente i prezzi in base a standard su prodotti di largo consumo, come aghi, siringhe, nonché sulle attrezzature e gli strumenti diagnostici che spesso, sono forniti e pagati in maniera diversificata da azienda ad azienda, con evidenti aggravi di costi che possono essere tagliati grazie a criteri di appalto rigidi e predefiniti, anche su base merceologica. Risparmi che possono essere ottenuti    anche nei servizi di pulizia e lavanderia, fornitura di pasti, legandoli all’effettiva presenza media degli ammalati in corsia e non soltanto al numero dei posti letto in dotazione. Tutto ciò, ovviamente, non solo comporterebbe una secca contrazione della spesa attraverso una credibile razionalizzazione, ma aiuterebbe l’emergere di un’operazione di verità sulla sanità calabrese che neppure i vari commissari governativi finora succedutisi e le società di certificazione dei bilanci, costosissimi, sono riusciti nell’intento. E’ un’operazione cui la politica calabrese, la Giunta regionale in primis, non possono derogare se veramente si vuole aggredire un sistema fuori controllo che sta portando a fondo non solo la sanità, ma l’intera economia regionale”.