La quadara per i cosentini è un rito ricco di tradizioni, ricordi e miti. Del maiale non si butta mai niente, infatti in quel pentolone di rame viene cucinato tutto, parti nobili e meno nobili dell’animale.
Era una grande festa che riuniva famiglie e paesi interi a partecipare al rito dell’abbondanza e della convivialità.

Ho avuto l’onore di stare in compagnia di ben 30 confraternite arrivate da tutta Italia, 150 persone che hanno girato la Calabria in lungo e largo per visitare il nostro territorio e degustare le nostre eccellenze enogastronomiche.  La Confraternita della Frittula, la Quadara, ha avuto il compito di sorprendere gli invitati, mostrando le bellezze della Sila e dell’ottima cucina.

Si parte da Camigliatello a bordo del treno a vapore della Sila, un itinerario turistico tra le valli e natura delle montagne silane, con tanto di tarantelle suonate dal vivo, canti popolari e racconti.
A metà percorso per raggiungere la località di Silvana Mansio, ci hanno chiesto di scendere dal treno per assistere allo spettacolo dei “briganti”, coinvolgendo il pubblico in balli e canti.
Dopo un veloce aperitivo tra formaggi, salumi, sott’oli e Cuddruriaddri in quel di Silvana Mansio, si va a pranzo alla “Tavernetta” di Pietro Lecce dove mi hanno riservato un grande privilegio, ovvero il “tavolo dello chef” quindi mangiare direttamente in cucina e osservare Chef Emanuele Lecce e la sua brigata all’opera. 

Il pranzo è la rappresentazione perfetta della tradizione della Quadara, iniziando con il rito d’iniziazione del priore della Confraternita della Frittula, un susseguirsi di pitta cu scarafuaji, verza ripiena, polpette fritte, salsiccia fritta e salsiccia di fegato, verza con cotiche, ossa e le tre carni del maiale.
Naturalmente due fili di pasta vanno assaggiati, ziti con soffritto di maiale, poi fegato con velo e alloro, costine di maiale cotte a bassa temperatura e si termina con la fantastica pitta ‘mpigliata di Pietrafitta (CS). Un percorso ricco, abbondante, sicuramente non “light”, ma le persone delle confraternite arrivate da ogni parte d’Italia, sono rimaste estasiate…come me!

Sarà lo stesso chef, a fine pasto, a svelarci un segreto: «Possiamo parlare di cucina gourmet, ma la nostra tradizione è questa: la verza, il fegato con il velo, il maiale: è questa la vera CalabriaVisione».