È come un salto nel passato, un indietreggiamento nel tempo. È il tentativo di riattraversare gli anni in bianco e nero per tornare, seppur provvisoriamente, a quando il pane si pagava con il sudore sulla fronte per via dei lavori in campagna ed i mezzi meccanici ancora non c'erano per alleggerire la fatica.

L'Associazione “I Briganti del Mancuso” si è posta un obiettivo: far rivivere le antiche fasi della lavorazione del grano, dalla mietitura alla produzione del pane, attraverso la promozione dell'evento, giunto alla sua terza edizione, “Le vie del grano” in programma il prossimo 23 luglio a Falerna con ritrovo alle ore 16 in piazza Monumento.

Un appuntamento aperto a tutti, rivolto alle giovani generazioni per conoscere le antiche tradizioni ed i sapori di una volta e agli anziani per consentire loro di dare forma e consistenza ai ricordi spuntati dalla memoria. Nella comunità della provincia di Catanzaro, la gastronomia, la storia e la cultura locale si apprestano così a diventare protagoniste di una giornata ricca di degustazioni, laboratori interattivi, confronti, laboratori esperienziali

«Il tutto parte da un incontro con l'agronomo Michele Ferraina - spiega Luca Mendicino, uno degli organizzatori dell’evento - e ci proietta verso un progetto incentrato sulla valorizzazione di un grano antico che tutt'oggi si coltiva nel comune di Falerna, “a cintarola". Un grano che dalle ricerche fatte, proviene dagli antichi romani e che i centurioni, comandanti dell'esercito romano, usavano come scorta e come semi per nuovi raccolti effettuati nelle residenze loro assegnate, ad esempio un'antica villa romana nei pressi dello stesso comune in località Pian delle Vigne. Si tratta di un grano con una storia antichissima e caratterizzato da un culmo alto».

Saranno piatti e portate semplici, della tradizione contadina, ad essere presentati e degustati durante la manifestazione e, in un clima conviviale, canti e balli popolari allieteranno l'evento grazie alla partecipazione del gruppo "Felici e Conflenti". Non mancheranno neppure gli abiti tradizionali della "pacchiana" indossati per l'occasione da alcuni figuranti che rievocheranno alcune scene di una volta, come il trasporto dell'acqua nei tipici recipienti in terracotta, “vozze”, da consegnare ai mietitori.

«Vedere gli anziani mietere con falci e sistemi di protezione anti taglio da loro realizzate (canne a protezione delle dita) suscita un fascino indescrivibile - aggiungono gli organizzatori - La pratica della mietitura avviene con il taglio della coltura e la separazione della spiga e della cariosside, il seme, che poi viene macinato».

L'evento promosso da “I Briganti del Mancuso” e patrocinato dal comune di Falerna mette a stretto contatto l'uomo con il pianeta. Svela la dipendenza vitale del genere umano dalla Terra, troppe volte offesa e non difesa. L’obiettivo portato avanti dall’associazione è anche quello di valorizzare il seme della “cintarola” e il luogo che ancora oggi risulta idoneo per la sua produzione. Quest'anno, nel corso delle varie attività in programma, non verrà utilizzata la plastica. Ogni elemento sarà eco-sostenibile.

I promotori de “Le vie del grano: dalla mietitura alla preparazione del pane”, nell'intento di far conoscere le tradizioni calabresi fuori dai confini regionali, hanno avviato inoltre una collaborazione con il Festival internazionale "Cerealia", la Festa dei cereali. L'associazione ha stretto nello stesso tempo importanti sinergie con SlowFood Lamezia e con il Festival delle erranze e della filoxenia.

Appuntamento dunque a Falerna per riammettere pezzi di passato alla contemporaneità, per toccare con mano gli attrezzi un tempo utilizzati quotidianamente, per assaporare sul posto il sapore antico di un pane appena sfornato. Domenica 23 luglio sarà come capovolgere la clessidra del tempo. Non per vivere di passato, ma quantomeno per farlo rivivere ancora una volta. 

[Foto di Domenico Giampà, Domenico Greco e Pasquale Cimino]