Il ritorno della crocifissione di Gagliano, i grancasciari di Taverna e le tante tradizioni animeranno la settimana santa a Catanzaro e nei comuni vicini
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Il ritorno delle grandi processioni, molte novità e qualche polemica. Si preannuncia una Settimana Santa di grande fede nella diocesi di Catanzaro-Squillace, tradizionalmente molto legata ai riti pasquali come del resto quasi tutti i centri della Calabria. Dopo gli anni di restrizioni covid (coincisi col pensionamento anticipato di mons. Bertolone), il nuovo arcivescovo Claudio Maniago – insediatosi a gennaio 2022 ed ancora senza Cattedrale per via di lavori tuttora non incominciati – ha ufficializzato i momenti liturgici principali che avvicinano alla Santa Pasqua.
I riti della Settimana Santa a Catanzaro: ecco il programma
Domani mercoledì 5 aprile il presule presiederà la concelebrazione della Santa messa crismale con i presbiteri (diocesani e religiosi) presso la chiesa Santa maria Assunta concattedrale di Squillace. Altro appuntamento forte della cristianità sarà giovedì alle ore 18 quando nella Basilica dell’Immacolata di Catanzaro Maniago presiederà la messa vespertina in Coena Domini. Il clou della Settimana Santa tornerà ad essere per la popolazione dei devoti catanzaresi, ma anche dei non praticanti, la processione del Venerdì Santo. Dopo i rischi della pandemia, i divieti di assembramento e le varie limitazioni torna quest’anno in piena libertà la Naca, passione del Cristo morto e della SS Vergine Addolorata che partirà dalla chiesa di S. Giovanni Battista alle ore 18.00. Sabato notte la Veglia Santa: dalle ore 23 mons. Maniago benedirà il fuoco nuovo e dopo l’ingresso processionale in Basilica con il cero pasquale e il canto dell’Exultet, presiederà la Liturgia della Parola, quella battesimale ed eucaristica. Nel giorno di Pasqua concelebrazione solenne alle ore 11 nella basilica di Santa Maria Assunta di Squillace.
Nocera Terinese, i vattienti contro i commissari
Se nel capoluogo di regione e di provincia i fedeli si preparano a riprendere la pratica di tradizioni molto antiche, dall’altra parte della costa – a Nocera Terinese – c’è sconcerto e delusione. I commissari del piccolo comune tirrenico hanno vietato la pratica dei Vattienti ritenendola in assoluto contrasto con le primarie leggi della salute pubblica. L’Asp dal canto suo ha invece riferito che l’autoflagellazione cruenta non trova riscontro nella vigente normativa in materia di sanità. Non è escluso pertanto che i penitenti vogliano scendere in strada ugualmente infliggendosi penitenze corporali sulla gambe con sughero e vetri esponendosi al rischio di 3 mesi di carcere.
La decisione | Nocera Terinese, un’altra Pasqua senza Vattienti: la commissione boccia ancora il secolare rito
Gagliano di Catanzaro, la crocifissione sulla collinetta
Altro venerdì di passione molto sentito quanto spettacolare a Gagliano, popoloso quartiere ad est del capoluogo. Anche qui si chiama Naca e per il 2023 sarà l’Arciconfraternita del SS. Rosario ad organizzarla. Si parte alle ore 18 per una rievocazione religiosa molto suggestiva oltre che risalente a circa 200 anni fa. Le strade e la morfologia dell’abitato si prestano alla migliore scenografia della rappresentazione che culmina al tramonto con una realistica crocifissione su una collinetta ben visibile da ogni zona. Dopo il fermo covid e la prima ripresa dello scorso anno a Gagliano sono attesi migliaia di visitatori da tutta la Calabria.
Davoli, gli abeti e le 5000 lanterne dietro la Naca
Altra iniziativa particolare è quella di Davoli, nel Soveratese. Nel borgo collinare va in scena una ‘naca’ piuttosto originale, in cui i fedeli accompagnano la statua del Cristo morto con abeti illuminati da lanterne artigianali. Sono proprio i giovani del posto a realizzarle: saranno circa 5000 i lumini quest’anno ad illuminare un evento che antico di circa 6 secoli. Il venerdì santo i fedeli porteranno a spalla gli abeti illuminati dalle cinquemila lanterne realizzate dai giovani del posto, al lavoro già da gennaio. Tanti i volontari che con grande entusiasmo si danno da fare per il bene della comunità, un bel segnale da parte dei giovani del posto che si impegnano a mantenere viva la tradizione: «Quest'anno abbiamo avuto con noi anche bambini di 7 e 8 anni e i loro genitori», aggiunge con soddisfazione Evelino. Chi porta a spalla l'abete lo fa per fede e e devozione e tanti sono i simboli legati al rito: «L'abete rappresenta la croce – spiegano gli organizzatori -. il venerdì santo è la notte più buia per i cristiani, e le lanterne rappresentano la luce della speranza che accompagna il nostro cammino».
Dai grancasciari alla pigghjiata: il Venerdì Santo di Taverna
Fede e folclore si fondono a Taverna dove sono pronti a ripartire i riti legati alla Settimana Santa e alla Pasqua. Nel centro del Catanzarese occhi puntati su Vennari Santu, in cui si raggiunge l’apice della pietas popolare. Gli eventi religiosi sono curati dall’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Santissimo Salvatore. Si legano a quanto avvenuto nella seconda metà del 1700 allorquando, dopo un violento terremoto, la statua lignea del Crocifisso giunse nella chiesa di Santa Barbara dal distrutto convento dei Frati Osservanti. Oggi il Venerdì Santo viene celebrato solennemente ogni tre anni.