Il museo del costume albanese è una delle strutture più visitate nel comune di Santa Sofia d’Epiro, piace ai capi di stato ed è un orgoglio per tutta la comunità che difende sempre con grande passione le sue tradizioni. È una struttura che cresce grazie all’amore dei sofioti ma anche di quanti hanno lasciato la propria terra natia, conservando però un pezzo di cuore in maniera concreta da queste parti. Ne è un esempio anche l’ultimo omaggio per il museo, un costume donato dalle famiglie Tignanelli-Masci che arricchirà così la già ricca collezione presenta nella struttura di largo Trapeza, attaccata al municipio comunale.

Il museo, sulla destra, a Largo Trapeza

Per celebrare questa donazione, il responsabile del museo Franco Miracco, l’amministrazione e il sindaco Daniele Atanasio Sisca nonché gli esperti del territorio hanno così allestito una piccola cerimonia, spiegando anche ai visitatori la valenza e il significato racchiuso all’interno delle mura e delle varie teche.

Le sale del museo, allestito al palazzo Bugliari, sono così uno spettacolo nello spettacolo, appassionando quanti sono direttamente più esperti delle ricche tradizioni di origini arbereshe nonché quanti guardano, per la prima volta, questi vestiti indossati dalle donne con stupore e meraviglia. Sono una ventina gli abiti collezionati nelle teche, a distinguere le varie fasi della vita tradizionale di questa comunità, passando dai momenti di gala e di festa ai capi che erano più frequenti e indossati giornalmente. Non meno importanti sono i vestiti inerenti al lutto nelle varie tipologie, conservando così anche tecniche e sviluppo dei tessuti da tramandare alle nuove generazioni.

Il museo è sorto nel 1997, ha avuto varie vicissitudini nel corso del tempo, è stato re-inaugurato nel maggio 2016 ed ha poi proseguito il suo cammino sempre in crescendo. Resta così uno dei punti di forza del piccolo paese che, soprattutto negli ultimi anni, ha aumentato la sua vocazione artistica e turistica, diventando così un luogo di ritrovo piacevole e interessante.

Lo stesso sindaco Daniele Atanasio Sisca ha spiegato ai microfoni del nostro network, l’importanza di questa struttura, definendola un fiore all’occhio del paese: «Il museo è un valore per tutta l’Arberia, ci sono diverse tipologie da ammirare all’interno, gli abiti hanno una storia ricca di fascino. Qualche capo è stato acquistato ma tanti altri sono stati donati per la maggior parte dalla cittadinanza e da quanti hanno origini locali, come l’ultimo bellissimo abito di fine 1800 che le famiglie Tignanelli-Masci, attualmente residenti a Lecco, hanno donato per arricchire il nostro patrimonio».

Negli ultimi anni, tra i visitatori, si registrano anche presenze eccellenti, come nel caso del presidente del Kosovo Vjosa Osmani, nonché del suo collega albanese Bajram Begaj. Entrambi entusiasti e visivamente colpiti per la qualità dei tessuti, hanno così lodato proprio il paese amministrato da Sisca: «Chi entra nel museo – conferma il primo cittadino - resta meravigliato dalla bellezza di quanto va a rappresentare la nostra identità, come amministrazione comunale cerchiamo, grazie all’aiuto di Franco Miracco, e a uno studio sempre dettagliato, di valorizzarlo e incrementarlo. Molti abiti restano a disposizione della comunità in questa struttura, altri sono ancora nelle case: la nostra è una collaborazione costante. Questi vestiti rafforzano il legame culturale, il museo è un mezzo per tenere accesa la memoria e l’identità, un luogo come questo diventa il simbolo della nostra formazione intellettuale».