Due corridoi aperti verso il sud della Striscia. Biden chiama Netanyahu: «Garantire ai civili innocenti l'accesso all'acqua, al cibo e alle cure mediche». Bombe anche sul Libano dopo un allarme aereo nella regione del Golan
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Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, ad una settimana esatta dell'attacco di Hamas, ha fatto visita ai kibbutz di frontiera, vittime della mattanza, invitando i soldati a essere pronti «per ciò che sta per accadere». È stata infatti annunciata una vasta operazione di terra a Gaza che sarà ampliata con un «largo ventaglio di piani operativi» che includono attacchi dall'aria, dal mare e da terra. E non è un caso che la Striscia sia stata sottoposta ad un attacco su larga scala su obiettivi di Hamas. Azione, secondo analisti militari, per ridurre il più possibile la resistenza di Hamas, una volta che l'esercito sarà entrato via terra.
A essere state colpite, durante l'intera giornata, non sono state solo le strutture logistiche e di comando ma anche direttamente i capi della fazione palestinese. A cominciare da Ali Qadi, comandante dell'unità d'élite di Hamas 'Nukhba': colui che lo scorso sabato ha guidato l'attacco terroristico alle comunità israeliane a ridosso della Striscia. «Nel 2005 Qadi - ha ricordato l'esercito, come a sottolineare il filo rosso tra il presente e il passato - fu catturato per l'uccisione e il rapimento di civili israeliani e poi rilasciato nello scambio di prigionieri per il soldato Gilad Shalit». L'esercito ha detto di aver eliminato altri componenti della compagnia 'Nukhba' che appaiano prioritari. Il secondo esponente di alto livello ucciso dai raid mirati è stato Merad Abu Merad, comandante del sistema aereo di Hamas ed anche lui considerato responsabile del massacro di sabato scorso.
Ritrovati alcuni corpi degli israeliani scomparsi
Quanto ad Hamas, ha annunciato che 9 degli ostaggi sono stati uccisi oggi negli attacchi israeliani sulla Striscia (13 ieri, per un totale di 22), mentre a Tel Aviv si è svolta una manifestazione dei parenti dei rapiti che hanno contestato l'operato del governo, accusando il premier Benyamin Netanyahu al grido 'Dimettiti'.
I media hanno poi riportato che nel corso delle operazioni dei commando all'interno di Gaza sono stati localizzati e recuperati - forse grazie ad osservazioni dal satellite o da droni - "corpi" di israeliani scomparsi dall'inizio dell'attacco di Hamas. Un'informazione di cui l'esercito ha dapprima sostenuto di non a conoscenza e che poi invece in serata il portavoce militare ha confermato. I militari hanno inoltre reso noto di aver contattato più di 120 famiglie di israeliani rapiti da Hamas e portati nella Striscia.
L'esodo dal nord di Gaza
Intanto a Gaza l'esodo della popolazione del nord dell'enclave palestinese verso il sud, dopo l'ordine dato da Israele, si sta svolgendo in maniera caotica anche se l'esercito aveva indicato che due itinerari protetti sarebbero stati garantiti tra le 10 e le 16 ora locale. Ma gli stessi militari hanno accusato Hamas (che a sua volta ha denunciato raid israeliani sui palestinesi in fuga) di aver ostacolato sia in mattinata sia nel pomeriggio lo spostamento dei palestinesi. Il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh ha detto chiaramente che «i residenti di Gaza sono profondamente radicati nel loro territorio e non lo lasceranno mai. Abbiamo una sola strada che è il diritto al ritorno alle nostre terre in tutta la Palestina». E secondo Haniyeh non ci sarà una «immigrazione da Gaza in Egitto».
L'unica disponibilità mostrata dalle fazioni palestinesi è stata la richiesta all'Egitto di aprire il valico per far uscire i feriti e entrare aiuti umanitari. Egitto e Usa, con il consenso di Israele e a quanto pare anche di Hamas e Jihad islamica, hanno concordato l'uscita degli americani e dei palestinesi con cittadinanza americana dal valico di Rafah.
Se non si fermano i raid non cessa neppure il lancio di razzi da Gaza (tuttavia minore) sia nel sud sia nel centro del Paese, Tel Aviv inclusa. Il bilancio delle vittime si innalza: in Israele si è al di sopra di 1300, mentre nella Striscia sono 1.900 con oltre 6.000 feriti (256 i morti solo ieri con 20 minori). Se la situazione al sud appare alla vigilia di uno sviluppo decisivo da parte di Israele, al nord il confronto con Hezbollah continua a virare al peggio con scambi di razzi e colpi di artiglieria. Il bilancio, feriti israeliani e un morto tra i miliziani sciti. Israele, ha avvertito il ministro israeliano Tzachi Hanegbi, non vuole aprire un fronte al nord del Paese, ma il Libano rischia «la distruzione» se gli Hezbollah decidono di sferrare un attacco. Beirut invece ha preannunciato la presentazione di una denuncia al Consiglio di sicurezza dell'Onu per «l'uccisione intenzionale da parte di Israele del giornalista libanese Issam Abdallah».
Bbc, donne e bambini in convoglio profughi colpito da raid
Intanto un convoglio di profughi diretti verso il sud di Gaza è stato colpito da un attacco israeliano. Ci sarebbero soprattutto donne e bambini tra le 70 vittime. A confermarlo alcuni video, riferiscono la Bbc e il Guardian, che mostrano la carneficina sulla scena. Nel filmato sono visibili 12 cadaveri. Si tratta soprattutto di donne e bambini, alcuni dei quali sembrano avere tra i 2 e i 5 anni.
Monito dell'Iran a Israele: «Risposta se continua l'attacco a Gaza»
L'Iran ha mandato un messaggio a Israele tramite l'inviato Onu in Medio Oriente, spiegando che non vuole un'ulteriore escalation nella guerra tra Hamas e Israele, ma che dovrà intervenire se l'operazione israeliana a Gaza continua. Lo riporta in esclusiva il sito Axios, citando due fonti diplomatiche a conoscenza della situazione.
Usa: «Proteggere i civili». E schiera altra portaerei
Joe Biden ha discusso con il primo ministro Benjamin Netanyahu «il coordinamento Usa con le Nazioni Unite, l'Egitto, la Giordania, Israele e altri nella regione per garantire ai civili innocenti l'accesso all'acqua, al cibo e alle cure mediche», riaffermando «il suo sostegno a tutti gli sforzi per proteggere i civili»: lo rende noto la Casa Bianca. Intanto gli Usa mandano una seconda portaerei nel Mediterraneo orientale come «deterrenza contro azioni ostili a Israele»: lo annuncia il Pentagono.
Israele bombarda la Siria dopo allarme aereo nel Golan
Israele ha risposto con colpi di artiglieria al fuoco proveniente dalle Siria dopo che sono risuonate le sirene dell'allarme aereo nelle Alture del Golan. Lo riferisce l'esercito. «A seguito di una prima segnalazione di sirene suonate nelle comunità di Avnei Eitan e Alma, le forze di difesa israeliane sta attualmente colpendo la località in Siria da dove sono partiti i colpi», si legge in un comunicato dell'esercito.