VIDEO | Con una proiezione riservata ai media stranieri, il governo ha voluto mostrare «il motivo per cui combattiamo a Gaza». Le immagini sono state recuperate dalle camere sui cadaveri dei terroristi, sulle auto e dalla videosorveglianza dei kibbutz, oltre che dai telefonini delle vittime e dei soccorritori
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Sono migliaia le immagini di una Gaza rasa al suolo e di palestinesi in fuga, feriti, morti o mentre abbracciano i cadaveri dei loro figli, in circolazione in tutto il mondo nelle ultime settimane. In risposta, Israele ha voluto mostrare ai media stranieri la sua versione del conflitto, in particolare di quel sanguinoso 7 ottobre in cui più di 1.400 persone sono state uccise da militanti di Hamas.
Secondo l’esercito israeliano, quei 44 minuti esibiti privatamente oggi a un gruppo di giornalisti è una selezione di centinaia di ore di riprese dalle bodycam trovate sui cadaveri dei terroristi uccisi, dai telefonini delle vittime e dei soccorritori, dai social, dalle dashcam delle auto e dalla videosorveglianza privata dei kibbutz.
«Quarantaquattro minuti: un tempo interminabile per chi lo guarda», ha detto l’inviata dell’Ansa, Laurence Figà-Talamanca. La versione lunga del video resta in mani alle forze israeliane - infatti, telecamere e cellulari sono stati vietati all'ingresso della proiezione. Non vogliono che le immagini arrivino ai familiari o ai sopravvissuti, giustificano.
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Invece, una versione di soltanto un minuto è stata divulgata e mostra la dashcam della macchina di un israeliano in cui si vedono soltanto i terroristi che lo colpiscono, prima di schiantarsi contro un’altra macchina. Nel video la stessa scena vista dalla camera sul corpo di un militante di Hamas.
«Abbiamo pensato a lungo se mostrare questi video o no. Abbiamo deciso di farlo per capire, anche noi stessi, il motivo per cui combattiamo a Gaza. Dobbiamo catturare il senso di questo crimine contro l’umanità e creare una memoria collettiva per il futuro», ha detto il portavoce dell’esercito di Israele, Daniel Hagari.
La sequenza segue un ordine cronologico, informa la giornalista dell’Ansa. Prima, un gruppo di uomini di Hamas a bordo di una pick-up che entra in Israele. «È stato un attacco pianificato a lungo. Avevano un ordine preciso, uccidere, mutilare, violentare i civili, non i soldati», ha affermato Hagari.
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Arrivati a un kibbutz, i militanti vanno casa per casa e sparano a «tutto quello che si muove», compreso un cane, ha riportato la giornalista. Appiccano fuoco, bloccano le auto a colpi di kalashnikov, sparano contro un uomo che cercava di proteggere i suoi due bambini. Compaiono anche i ragazzi che rientravano dalla rave nel kibbutz di Reim, prossimo al confine con Gaza, terrorizzati. Le immagini mostrano decine di cadaveri – uomini, donne, bambini. In più di una immagine appare la bandiera nera dell’Isis.
Alla fine del filmato, Hamas carica decine di ostaggi sui suoi veicoli - alcuni sono feriti, nonostante ciò, i terroristi continuano a picchiarli. «La sala resta pietrificata», racconta Figà-Talamanca.