Balzi nelle quotazioni per i timori di un'escalation tra Israele e Hamas. Il titolare del dicastero delle Imprese: «Potrebbe accadere quello che è già accaduto con il conflitto in Ucraina anche per altre risorse»
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Mentre il Medio Oriente brucia e sale il numero delle vittime, i contraccolpi cominciano a farsi sentire anche dall’altra parte del mondo. Con le paure per una escalation della guerra in Israele, infatti, il prezzo del gas balza oltre 40 euro in avvio di contrattazioni. Ad Amsterdam le quotazioni salgono dell'8,3% a 41,40 euro al megawattora.
Prosegue anche la corsa del prezzo del petrolio, con i timori della guerra tra Israele e Hamas che hanno già provocato un balzo del 5% del greggio. Le quotazioni del Wti salgono del 3,8% a 86 dollari al barile mentre quelle del Brent si attestano a 87,6 dollari (+3,6%).
Contraccolpi che rimbalzano anche in Italia. L'attacco ad Israele crea «una situazione di emergenza che rischia di far esplodere altre problematiche, per esempio per l'energia», ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso parlando a Rai News 24.
«Così come è accaduto per la guerra di Russia in Ucraina per il gas, così potrebbe accadere di nuovo perché da quei paesi dal Nord Africa arrivano altre risorse - ha detto il ministro -. Dobbiamo capire anche se dobbiamo pensare all'autonomia energetica del nostro Paese».