Sette portavoce difendono il presidente dell'Inps, nella bufera per il presunto aumento di “stipendio”: «Non ci sono arretrati e guadagna meno dei dirigenti»
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«Nessun compenso retroattivo per il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico». Lo affermano, in una nota congiunta, i parlamentari del M5s Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà, Giuseppe Fabio Auddino, Massimo Misiti, Alessandro Melicchio, Riccardo Tucci e l'europarlamentare Laura Ferrara in riferimento all'articolo pubblicato dal quotidiano "La Repubblica" dal titolo "Tridico si alza la paga con effetto retroattivo".
«Notizia falsa»
«La notizia del compenso arretrato al presidente dell'Inps pari a 100 mila euro – sostengono – è priva di qualsiasi fondamento. Si tratta di una notizia falsa, diffusa per screditare il prezioso ed innovativo operato del professor Pasquale Tridico e per colpire indirettamente il Movimento 5 Stelle e il reddito di cittadinanza. Contrariamente a quanto sostenuto il decreto interministeriale firmato lo scorso 7 agosto dai ministri Catalfo e Gualtieri che ha fissato i compensi lordi annui del presidente, del vice presidente e dei consiglieri di amministrazione non solo dell'Inps ma anche dell'Inail, non ha riconosciuto alcun “arretrato” al presidente Tridico. Nel rispetto della normativa vigente, la decorrenza dei predetti compensi è fissata a partire dalla data dell'insediamento del Consiglio di amministrazione, ossia dal 15 aprile 2020».
«Suddetta regola – aggiungono – vale anche per il presidente dell'Istituto di previdenza Pasquale Tridico, nonostante abbia svolto la funzione di presidente già da maggio 2019, con uno stipendio di 62mila euro lordi. Infatti, in attesa che venisse nominato il cda, il presidente Tridico ed il vicepresidente Morrone si divisero il vecchio stipendio di Boeri: a Tridico 62mila (60%) ed a Morrone 41mila (40%)».
«Polemiche sterili»
«In merito all'adeguamento dello stipendio del presidente dell'Inps, da 103 mila lordi più benefit del suo predecessore Boeri, a 150 mila lordi – sottolineano i parlamentari del M5s – i benefit percepiti dall'ex presidente dell'Istituto ammontavano a circa 45mila euro, portando il conto agli attuali 150mila. Come è facile verificare sul sito dell'Inps, inoltre, i compensi ricevuti nel 2019 dai dirigenti di I e II fascia dell'Ente, tutti sottoposti di Tridico, sono più elevati di quelli del presidente, con una quarantina di loro che raggiungono la cifra di 240mila euro, tetto massimo di una retribuzione pubblica».
«A meno che non si voglia iniziare a ragionare sulla diminuzione dello stipendio massimo percepibile dallo Stato in un anno, dunque, cosa che ci vedrebbe concorde – continuano i parlamentari 5 stelle –, ci sembra evidente che si tratta di polemiche sterili, inutili e strumentali, montate ad arte per gettare fango su una persona perbene e all'altezza del ruolo che ricopre, che si è messo a disposizione della collettività accettando uno stipendio iniziale sottostimato nel ruolo di presidente del più grande e importante ente pubblico d'Italia. A Tridico va la nostra piena stima e fiducia per il lavoro fin qui svolto».