Si tratta di Massimiliano Colombo Labriola e Francesco Di Sano: avrebbero ricevuto disposizioni di modifica di alcuni atti da parte di due loro superiori in grado
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Massimiliano Colombo Labriola e Francesco Di Sano, due carabinieri imputati al processo sui depistaggi per la morte del detenuto Stefani Cucchi, hanno annunciato l'intenzione di costituirsi parte civile nei confronti dei colleghi co-imputati Francesco Cavallo e Luciano Soligo. Secondo i legali, i due carabinieri hanno eseguito un ordine arrivato dai superiori: «L’ordine fu dato - ha spiegato uno dei loro difensori in aula - da chi insistendo sulla modifica sapeva qualcosa di più. Loro hanno subito un danno di immagine, da questo punto di vista sono nella stessa condizione degli agenti penitenziari». L’avvocato Giorgio Carta ha inoltre riferito il pensiero dei due imputati: «Non sapevamo del pestaggio. Dopo i Cucchi, le vittime siamo noi. C'è stata una strana insistenza nel chiederci di eseguire quelle modifiche che all'epoca non capivamo. Oggi sappiamo tutto e per questo abbiamo deciso di costituirci parte civile. Non siamo nella stessa linea gerarchica, l'abbiamo subita, erano ordini».
Gli imputati al processo sui depistaggi per la morte di Cucchi
Per i depistaggi sono imputati il generale Alessandro Casarsa, all'epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, e altri 7 carabinieri, tra cui Lorenzo Sabatino, allora comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma. Gli otto carabinieri sono accusati a vario titolo e a seconda delle posizioni di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. Oltre a Casarsa e Sabatino, sono a processo Francesco Cavallo, all'epoca dei fatti tenente colonnello e capo ufficio del comando del Gruppo Roma; Luciano Soligo, allora maggiore dell'Arma e comandante della compagnia Roma Montesacro; Massimiliano Colombo Labriola, all'epoca dei fatti comandante della stazione di Tor Sapienza; Francesco Di Sano, all'epoca in servizio alla stazione di Tor Sapienza; Tiziano Testarmata, comandante della quarta sezione del nucleo investigativo dei carabinieri; e il carabiniere Luca De Cianni, accusato di falso e di calunnia. Presenti all’udienza quattro degli otto imputati: Colombo Labriola, Sabatino, Testarmata e Di Sano.
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