Lo rende noto il rettore Gino Mirocle Crisci: «Con queste ultime assunzioni passa a 108 il numero del personale assunto a tempo indeterminato»
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Sono stati stabilizzati i 50 lavoratori precari dell'Università della Calabria. Lo rende noto il rettore Gino Mirocle Crisci «che nei giorni scorsi - è scritto in una nota - ha riunito il Cda che ha approvato la delibera». «Le stabilizzazioni - è detto nel comunicato stampa - sono state rese possibili dal Decreto Madia. I nuovi contratti, che saranno firmati nei prossimi giorni, riguarderanno la quasi totalità del personale finora assunto a tempo determinato dall'università. Restano fuori, perché privi dei requisiti, solo alcune unità di personale per le quali il rettore spera di poter intervenire non appena si presenteranno le condizioni di legge».
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«Siamo felici - afferma il Rettore Crisci - di poter garantire stabilità a cinquanta lavoratori e alle loro famiglie, in tempi non facili per l'occupazione. Penso che la nostra sia una delle poche università in Italia che sia riuscita a stabilizzare un numero così alto di personale precario. Con queste ultime assunzioni, passa a 108 il numero di personale assunto a tempo indeterminato dal momento del mio insediamento e del Consiglio di amministrazione in carica. Da questo si evince l'enorme attenzione che riserviamo al personale tecnico amministrativo, che ho sempre ritenuto un pilastro per la crescita della nostra università». «Il raggiungimento di un traguardo del genere - dice ancora Crici - fa parte di una strategia complessiva di rafforzamento del capitale umano dell'ateneo, pur nelle ristrettezze economiche imposte dalla politica di blocco che penalizza, da diversi anni, il mondo universitario, specialmente al Sud. Il prossimo passo sarà lo sblocco delle progressioni di carriera, ferme ormai da troppo tempo. É grazie al lavoro del personale tecnico amministrativo che la macchina amministrativa dell'Unical funziona correttamente ed è giusto che ognuno di loro veda riconosciuto il frutto della propria competenza e dei propri sacrifici». Ansa