Fra le tante anomalie che annovera la Calabria, certamente c’è quella legata al trasporto pubblico locale. Da quando è nata la Regione il servizio è affidato in proroga, anno dopo anno, da oltre trent’anni. Il problema è che Bruxelles ci chiede, e non da ora, di mettere a gara le tratte per questioni legate alla libertà di concorrenza e anche per garantire economie agli enti locali. In Calabria nessuno però si è preso la briga di seguire la direttiva e così si è andati avanti con proroghe e i risultati sono quelli sotto gli occhi di tutti i cittadini. La proroga infatti non garantendo un arco temporale tale da ammortizzare gli investimenti diventa un alibi per non farne. Molte società in house sono diventate veri e propri carrozzoni su spinta della politica e molte di loro hanno conti da profondo rosso. Adesso però siamo di fronte ad una dead line. Il 31 marzo, cioè fra un mese e mezzo, scadrà l’ennesima proroga concessa dalla Regione per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale su gomma alle sei società consortili attualmente affidatarie.

Il problema è che nessuno sa cosa succederà dopo quella data perché finora nessuno ha, almeno ufficialmente, affrontato la questione. In teoria si dovrebbe procedere ad una gara pubblica che però non si può certamente imbastire in poche settimane. E allora cosa succederà il primo aprile posto che il servizio non può certamente essere interrotto? A sollevare il problema è l’avvocato Antonello Talerico prossimo ad entrare in consiglio regionale dopo la vittoria legale contro Valeria Fedele. «Quella che si preannuncia – scrive Talerico – è una vera e propria rivoluzione che rischia di compromettere seriamente la stabilità di intere famiglie e di stravolgere l’intero assetto di numerose società in-house operanti nel panorama calabrese, vittime sacrificali di un impianto normativo che, di fatto, le vedrebbe svuotate dei loro principali introiti».

Talerico propone la sua soluzione. «La risposta migliore - dice - sembra essere, ad oggi, quella di un periodo ponte che possa permettere alle imprese della mobilità urbana – già fortemente compromesse dall’epidemia del covid19 – di effettuare i necessari investimenti e di usufruire dei finanziamenti già ottenuti, per il rinnovo del parco mezzi autobus e per quelli afferenti al Pnrr, senza incorrere nel pericolo di avere un periodo di ammortamento superiore alla scadenza naturale dell’affidamento».

Talerico dice che è una strada percorribile, anzi già percorsa altrove ad esempio in Puglia. In Calabria poi ci sarebbe una norma che lo consente. Il riferimento è all’art. 24 della Legge n. 25 del 28 marzo scorso, che permetterebbe alla Giunta Regionale di prorogare i contratti regionali di servizio di trasporto automobilistico e di trasporto automobilistico sostitutivo/integrativo ferroviario, a decorrere dalla data di scadenza degli stessi (cioè dal 31/03/2023) per un periodo pari al 50% della durata complessiva degli affidamenti (10 anni) e comunque non oltre il 31/12/2026. Una strada appunto che in Puglia è stata già percorsa. L’altra soluzione, invece, sarebbe quella di una proroga temporanea nelle more dello svolgimento della gara. Una soluzione però che renderebbe ancora più aleatoria la condizione delle attuali aziende Tpl. Verso quale delle due soluzioni è orientata la giunta regionale?