I pentastellati: «Il Sud paga un gap infrastrutturale impressionante perché per anni nel dibattito si è data priorità solo a opere come questa, trascurando interventi più impellenti e necessari»
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«Il ponte sullo Stretto è davvero una priorità per il Sud?». È la domanda posta alla base dell’intervento dei deputati del M5s in commissione Trasporti e Telecomunicazioni. In una nota evidenziano: «Le sparate di questi giorni del ministro Salvini sul ponte sullo Stretto sono l'ennesimo esercizio di demagogia. Per ora – sottolineano - sappiamo soltanto che dal 1981 ad oggi parlare di quest'opera ci è costato un miliardo di euro tra analisi inconcludenti, perizie e burocrazia varia. Il governo produca meno proclami e squilli di fanfare e ci dica che visione ha per il Sud a livello per le infrastrutture del Sud. Parlare in loop solo di un ponte su cui ci si interroga da decenni non darà nessun riscatto infrastrutturale al Sud».
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I pentastellati avvertono: «La società Stretto di Messina Spa, di cui il governo ha annunciato la riattivazione, è una macchina mangiasoldi che ai cittadini negli ultimi anni è costata la bellezza di 1500 euro al giorno. Soprattutto, l'ultimo studio sulla fattibilità tecnica e ingegneristica del ponte commissionato dall'ex ministro Giovannini non ha ancora sciolto tutti i nodi su quale sia la via più adatta da percorrere, visto che sia la soluzione a campata unica sia quelle a più campate presentano numerose incognite».
Tuttavia «come Movimento 5 stelle vogliamo fare un ragionamento più ampio, uscendo dallo schema ponte sì/ponte no. Il Meridione - affermano i 5 Stelle - paga un gap impressionante a livello infrastrutturale proprio perché per anni nel dibattito si è data priorità solo a opere come questa, trascurando interventi più impellenti e necessari».