L'associazione coltivatori ha celebrato uno dei prodotti calabresi per eccellenza tramite un importante progetto alimentare e ha invitato i produttori a tornare alle proprie vocazioni per dare priorità alle produzioni autoctone
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Un primato assoluto quello del latte di capra, uno degli elementi principali e identitari della tradizione alimentare calabrese, insieme alla cipolla rossa di Tropea, alla liquirizia di Rossano e alla patata della Sila. Il prodotto è il fiore all’occhiello della campagna promozionale itinerante e permanente della filiera agroalimentare calabrese, portata avanti da Coldiretti e Campagna Amica, una delle più importanti realtà nel panorama nazionale di promozione dei territori. Il latte di capra è leggero, nutriente, saporito e soprattutto a chilometro zero. Prodotto dal mammifero artiodattile bovidem, è sicuramente una delle peculiarità della biodiversità agroalimentare calabrese. Introdotta in Calabria tra il VII e il VI secolo a.C. dai coloni greci, la capra rustica nasce dagli accoppiamenti con le capre selvatiche addomesticate dai Brettii.
La campagna si pone come obiettivo la massima visibilità di quei prodotti che si qualificano tra i maggiori rappresentanti dei vari distretti territoriali del nostro Paese. È un progetto della filiera agroalimentare calabrese ed è stato presentato a Paludi in una giornata dedicata alla capra rustica. Insieme agli esponenti locali e regionali Coldiretti, un ricco parterre di esperti scientifici e storici ha relazionato sulla salubrità di tale latte, elogiando gli aspetti nutrizionali, come ha fatto il nutrizionista Claudio Pecorella, ed evidenziando gli allergeni e le componenti causa di intolleranze, di cui ha parlato il medico Renato Sturniolo. Di storia e allevamenti zootecnici hanno parlato l’agronomo Peppino Anselmi, il veterinario Salvatore Aloisio e il responsabile zootecnico Francesco Frascaria. Il divulgatore scientifico Arsac (Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese) Martino Convertini ha fatto cenno all’uso tecnologico dei moderni caseifici, mentre la professoressa dell’Istituto tecnico agrario di Rossano, Ornella Mamone, ha dato un taglio didattico-divulgativo al tema trattato. Sono stati presentati i nuovi prodotti di latte di capra dell’azienda agrituristica Colle dell’Unna, che, insieme al latte fresco, allo yogurt, alla robiola, al formaggio fresco e stagionato.
Il direttore Coldiretti di zona, Gino Vulcano insieme al presidente Antonino Fonsi hanno dato risalto all'impegno delle giovani aziende del territorio che lavorano con tanti sforzi per portare avanti le loro attività. Il presidente provinciale Franco Aceto ha attenzionato sull'importanza di questa filiera che «può essere utile non solo in termini economici ma anche in termini sociali». Allo stesso modo, il presidente regionale Pietro Molinaro ha rafforzato il concetto invitando i produttori a tornare alle vocazioni dei territori e a dare priorità alla “calabresità”, alle radici che devono essere esportate fuori dai confini regionali. Infine, il presidente di Biologi senza frontiere, Giovanni Misasi, ha consegnato un riconoscimento a Colle dell’Unna come "luogo del ben-essere", individuando nel suggestivo agriturismo collocato tra gli ulivi che circondano il piccolo borgo di Paludi un posto di grande armonia e genuinità.
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