VIDEO | Sostegni ancora non incassati o dai quali sono stati esclusi, pochi sgravi ma tanta voglia di ripartire. Secondo Agriturist in Calabria le perdite sono dell’ottanta per cento
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La pandemia schiaccia anche gli agriturismi calabresi. Sospesi tra imprese agricole e turistiche sono rimasti esclusi da alcune forme di ristoro, mentre continuano pazientemente ad attendere altre forme di sostegno che avrebbero dovuto incassare mesi fa.
Secondo uno studio di Agriturist in media in Calabria le perdite si sono attestate intorno all’80 per cento con una penalizzazione maggiore per le strutture in montagna e colline e variazioni in base al tipo di attività. Nelle zone rosse la ristorazione è stata consentita solo per gli ospiti così come anche altri canali di business sono stati pesantemente danneggiati.
Mariangela Costantino, presidente Agriturist, ha le idee chiare. Chiede la possibilità di detassare sia a livello locale, ad esempio con Tasi e Tari, che a livello regionale con l’Irap. Gli impr enditori sono stati esclusi dal Riapri Calabria1 e 2 e assorbito poi nel 2 bis. Nessuno spazio per loro nel bando lavoro di Fincalabra, così come, lamenta Clelia Iemme, titolare dell’Agriturismo Livadia, nei sostegni agli stagionali è stato compreso il turismo e lo spettacolo ma non il loro ambito.
Due i bandi che hanno portato effettivamente linfa alle aziende, si tratta di quelli di Confcommercio. «Abbiamo bisogno di alleggerire il carico contributivo sui dipendenti, che le procedure per accedere ai decreti siano più snelle», spiega ancora Costantino. «Alcuni colleghi non hanno ancora ricevuto il pagamento della misura Riapri Calabria e non solo – aggiunge Marcello Falvo, titolare dell’Agriturismo La Pagoda – è normale essere scoraggiati in questa situazione».
L’appello è a fare tutti la propria parte magari proprio andando negli agriturismi calabresi e mettendo in moto un turismo di prossimità.