Prosegue il presidio degli operatori socio sanitari il cui posto di lavoro è in bilico: dal 30 settembre potrebbero essere licenziati dopo 25 anni di attività continuativa tra le corsie degli ospedali cittadini
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Un'altra notte in presidio negli uffici dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. Giacigli di fortuna, un pasto improvvisato a base di pizza e rustici e le ore che non passano mai, in attesa che qualcosa si smuova nella loro vertenza. Messi alla porta dalla Coopservice gli operatori socio sanitari, in servizio da circa 25 anni tra le corsie dell’Annunziata, del Mariano Santo e del Santa Barbara di Rogliano, dal 30 settembre saranno senza lavoro. Con la società emiliana, appaltatrice dei servizi di igiene ed assistenza ai pazienti, il contratto è già scaduto a luglio ed il 30 settembre terminerà anche la proroga di due mesi concessa da Saverio Cotticelli. Il generale pensa di internalizzare le prestazioni, attingendo però alle graduatorie di concorsi Oss già espletati in altre province. E così gli attuali operatori, su cui la Regione ha anche investito proprie risorse in formazione e riqualificazione, resteranno fuori.
Il treno mancato
Il treno per la stabilizzazione lo hanno perso nel 2008, quando l’allora amministrazione Loiero aveva avviato le procedure per l’assorbimento in organico, poi sospese proprio per l’intervenuto commissariamento della sanità. Intanto la città si stringe intorno a queste 80 persone, invocando la politica di trovare una soluzione. Ma tra le pastoie burocratiche e le norme stringenti introdotte dal Decreto Calabria i margini di manovra sono risicati. Proprio una modifica ad hoc del Decreto potrebbe aprire uno spiraglio. Per questo la palla potrebbe presto passare nelle mani del Ministro Roberto Speranza.