Stefano Rocca, presidente dell’associazione: «Urgono precise misure di sostegno, altrimenti moriamo tutti»
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«Il decreto Conte di coprifuoco nazionale manda in coma l’economia della Calabria, già provata da decenni di politiche dissennate e dalla continua mancanza di attenzione per gli autonomi e le partite Iva». È quanto in una nota afferma Stefano Rocca, presidente dell’associazione Calabria Shopping, che ha sede a Lamezia Terme e si sta radicando sul territorio regionale in rappresentanza delle micro, delle piccole e delle medie imprese.
«La filiera commerciale calabrese – denuncia Rocca – viene penalizzata nella sua interezza. Non solo i bar e i ristoranti vengono colpiti al cuore. L’indotto ne risente in maniera terribile, con impatto economico e sociale devastante. Basti pensare agli esercizi collegati a feste e matrimoni; per esempio di elettronica, articoli da regalo, gioielleria, abbigliamento e scarpe, che non avranno più entrate e dunque saranno sommersi e massacrati dalle tasse e dai debiti». «Riteniamo inadeguata la linea del governo nazionale, che evidentemente – osserva Rocca – ha agito d’impulso e di corsa, senza pensare che gli aiuti annunciati non possono riguardare le sole attività soggette alle limitazioni previste. A cascata, infatti, gli effetti economici delle nuove misure toccano tutte le categorie commerciali, che non riusciranno ad onorare gli impegni né a programmare il futuro. L’esecutivo Conte sta navigando a vista, a discapito delle nostre imprese e famiglie. Paghiamo a caro prezzo i ritardi irresponsabili, il caos e la mancanza di posti letto, personale e organizzazione che si registrano nella sanità ospedaliera e territoriale della Calabria».
«Come nuovo corpo intermedio che comprende associazioni e comitati di esercenti, chiediamo un incontro immediato alla giunta regionale. Soprattutto, pretendiamo che al governo italiano congeli fino a fine emergenza i titoli di credito e le rate di finanziamenti e mutui. Inoltre – conclude il presidente di Calabria Shopping – urgono sgravi dei canoni di affitto attraverso una compensazione con le tasse, che fino al 2020 vanno bloccate insieme alle imposte di ogni genere. Con l’Agenzia delle Entrate, poi, vanno rinegoziate le condizioni di pace fiscale, perché molti imprenditori non saranno in grado di pagare le rate. In particolare, il fondo perduto va distribuito alle imprese per marzo e maggio scorsi, nonché per ottobre e il novembre alle porte, sempre che la situazione non si protragga per il futuro».