VIDEO | Crescono le incombenze ed i tempi per l'espletamento delle singole pratiche, mentre il personale e le strutture sono insufficienti a soddisfare i bisogni di chi cerca una occupazione
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Un operatore ogni mille disoccupati. Nei centri per l’impiego, avamposti delle politiche attive e passive del mercato del lavoro, potrebbero presto abbattersi anche tutti gli adempimenti necessari per l’erogazione del reddito di cittadinanza appena varato dal Governo. Ma gli uffici, in particolare al Sud e in Calabria, non sono pronti ad accollarsi questo ulteriore carico di lavoro.
Netto divario rispetto al resto d'Europa
In Germania la rete di assistenza ai disoccupati conta 110 mila dipendenti. In Italia si superano di poco le ottomila unità. In Calabria la situazione è drammatica. Non manca soltanto il personale, ma anche le attrezzature informatiche e persino il toner e la carta. Da sei mesi, a Cosenza, la comprano gli impiegati, ma se le cose non dovessero cambiare, i servizi si bloccheranno già a partire dalla prossima settimana.
Accesso dietro prenotazione on line
Intanto il pellegrinaggio di persone più o meno disperate alla ricerca di un lavoro è quotidiano. L’accesso è regolamentato da un sistema di prenotazione on line col quale non tutti, soprattutto gli immigrati e gli ultracinquantenni, hanno confidenza. Così davanti la porta d’ingresso, le tensioni sono all’ordine del giorno, alimentate anche dalla lunghezza delle procedure di aggiornamento anagrafico richiesto dall’Anpal, l’Agenzia Nazionale delle Politiche del Lavoro, alla quale i centri per l’impiego sono collegati. Sulle criticità del sistema abbiamo sentito Teodora Gagliardi, sindacalista Cgil - Funzione Pubblica.