Per ora è una proposta, ma tanto è bastato a 6 assessori regionali all’Agricoltura a salire sulle barricate contro il ministro Stefano Patuanelli. Il dicastero delle Risorse agricole vuol modificare i parametri della redistribuzione tra le regioni dei fondi che arrivano da Bruxelles, e Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata e Umbria hanno denunciato la manovra che favorisce le imprese collocate fuori da questa area che esprime il 60% del territorio agricolo italiano. La Calabria, attraverso l'assessore Gianluca Gallo, è per una volta capofila della protesta. 

«Anche se abbiamo fatto enormi passi avanti verso l’autonomia – sostiene Antonio Filippone, agronomo e imprenditore olivicolo – degli aiuti dell’Ue abbiamo ancora bisogno. Francamente questa doccia fredda rischia a stagione olivicola alle porte di non darci certezze rispetto ai bandi di cui abbiamo bisogno».

Mondo agricolo in subbuglio, pronto a sostenere lo sforzo che lo schieramento politicamente trasversale degli assessori è pronto a spostare sul tavolo dell’intero governo la partita. «Le aziende calabresi hanno fatto passi da gigante – prosegue Filippone – oggi imbottigliamo di più e soprattutto le aziende hanno migliorato la qualità tanto che i nostri oli si piazzano sempre ai primi posti delle classifiche. Ma quel che ci serve, e che deve venire dai fondi europei, è un aiuto alla promozione del prodotto, alla tutela dalle contraffazioni e una spinta ulteriore a insidiare con il gigante Spagna le cui aziende hanno caratteristiche e fisionomie certamente più competitive: è molto grave che questo taglio paventato avvenga in un una fase in cui le aziende calabresi erano nelle condizioni di spiccare un altro grande salto».