VIDEO | Si chiama Miscita il servizio di ristorazione messo in piedi dalla comunità Progetto Sud con persone fragili - ex tossicodipendenti, disabili e minori stranieri - che affianca occupazione e inclusione
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
A Settingiano, nel catanzarese, opera un servizio catering speciale, decisamente sopra le righe e gli steccati. In cucina, a lavorare con dedizione, guidati dall’abile chef Claudio Villella troviamo disabili, ma anche ex tossicodipendenti e minori stranieri non accompagnati. Persone “fragili”, facili da mettere al palo. Ma c’è chi, invece, da anni lavora per dare opportunità di occupazione e di integrazione. È il caso della Comunità Progetto Sud dalla quale tempo fa è nata la cooperativa Le Agricole. Da questa realtà impegnata nell’agricoltura biologica con donne con disagio è nato Miscita.
Miscita è un vero e proprio laboratorio di cucina che riesce ad unire sapori, tradizioni e valori della terra con l’inclusione sociale. Il nome scelto è dialettale e richiama l'atto del mescolare proprio della preparazione dei cibi, ma metaforicamente ambisce all'unione di valori e competenze e a rafforzare quell´idea del “Noi” che tiene insieme la rete della Comunità Progetto Sud.
«Mescolare per dare un nuovo sapore alla vita e alle nostre pietanze – spiega Annamaria Bavaro, presidente di Miscita - Vogliamo mescolare le persone». E così Simone ci racconta, mentre lava i broccoli, che adora cucinare con questa allegra brigata, Graziella che a casa prova a cimentarsi in qualcosa di imparato, mentre Federico ammette che gli piace cucinare tutto.
Una soddisfazione per lo chef Villella che ci dice: «È una cosa che fa bene al cuore sia a me che a loro. Abbiamo una piccola produzione interna che ci deriva dalla cooperativa Le Agricole, tutto quello che non produciamo è calabrese e biologico».