Con il formale insediamento ai vertici dell’Università della Calabria di Nicola Leone, si realizza la visione di Beniamino Andreatta: il fondatore dell’ateneo guardava al campus di Arcavacata come al luogo in cui doveva essere formata la nuova classe dirigente della Calabria. Il Rettore del prossimo sessennio, eletto nel luglio scorso dopo il ballottaggio con Raffaele Perrelli, incarna la figura immaginata dall’ex parlamentare più volte ministro: Leone si è laureato tra le aule del Polifunzionale, ne è diventato docente, ha ricevuto riconoscimenti di prestigio nel mondo, arrivando sul gradino più alto della istituzione in cui quasi quarant’anni fa era entrato da matricola.

 

Lo scambio della campanella

Sobria ma significativa la cerimonia di avvicendamento con l’uscente Gino Crisci, moderata dal docente Giuseppe Chidichimo, ospitata nell’aula magna alla presenza delle massime autorità civili, ecclesiastiche e militari del territorio, tra i quali il presidente della Conferenza episcolale Calabra monsignor Vincenzo Bertolone e l'arcivescovo di Cosenza-Bisignano Francesco Nolè; il presidente della Regione Mario Oliverio; il viceprefetto Eufemia Tarsia; il procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo; il questore Giovanna Petrocca. Si è poi conclusa con il tradizionale scambio della campanella e delle chiavi. Anzi, del badge, in linea con le innovazioni che hanno riguardato anche il plesso del rettorato. Il suo lavoro partirà da un rinnovo della didattica. Sui rapporti con la politica dice: «Grande disponibilità a collaborare nel reciproco rispetto istituzionale. Ma niente servilismo».

Ecco l'intervista