Qual era la situazione della scuola ai tempi delle leggi razziste? Se ne parlerà in occasione del primo evento collaterale promosso nell’ambito del progetto espositivo “Solo per colpa di essere nati”, in corso al Complesso San Giovanni di Catanzaro, che continua a riscuotere grande successo di partecipazione da parte di scuole e visitatori da tutta la Calabria. La mostra, promossa dalla 4culture Srls e da E-bag Srl, racconta la Shoah unendo la street art di Frank Denota al linguaggio multimediale e intende offrire importanti occasioni di approfondimento sul tema.

Sabato 9 marzo, alle ore 18, sarà ospite al Complesso San Giovanni Daniel Fishman - già direttore del Bollettino Comunità Ebraica di Milano e presidente di Clio, Associazione dei laureati in discipline storiche - che cura per l’evento catanzarese la direzione scientifica legata ai contenuti storici. Fishman presenterà il suo ultimo libro “Le classi invisibili. Le scuole ebraiche in Italia dopo le leggi razziste (1938-1943)” che offre uno sguardo d’insieme sulle scuole ebraiche comunitarie e sulle sezioni israelitiche statali in Italia fra il 1938 e il 1943. Nel settembre 1938 – si legge nella presentazione del volume - l’espulsione repentina degli ebrei dal settore scolastico italiano, attuata con esattezza burocratica dal sistema educativo nazionale, venne accolta con incredulità e sgomento dalle vittime. Dopo decenni di educazione a una adesione sincera alla patria e di fedeltà alla casa regnante, gli ebrei si videro esclusi dalla vita civile sulla base di un pretestuoso conflitto di "razze”.

 

Le comunità ebraiche, superato lo smarrimento iniziale, misero in campo tutte le risorse, organizzandosi in poche settimane. Avviarono scuole efficienti e funzionali, ove possibile alternative, considerandole una priorità assoluta per assicurare ai singoli e al gruppo un futuro.  Nell’indifferenza della maggior parte degli italiani, docenti e alunni delle diverse comunità ebraiche – le cui vicissitudini sono narrate nel libro città per città - reagirono pedagogicamente alla marginalizzazione e al modello educativo imperante.