Nelle prime Giornate per la difesa del mare, volute dall’amministrazione comunale di San Ferdinando, spazio anche all’arte con una scelta originale: i laboratori per bambini del Gyotaku, la tecnica pittorica giapponese che utilizza i pesci. Elena Di Capita, l’artista genovese specializzatasi in queste particolari composizioni, ha esposto alcune opere nella sala consiliare, realizzando anche la mascotte dell’iniziativa nata da una collaborazione con l’associazione Disio – “Un pesce di nome Nando” – utilizzando la specie del “pettine”, ancora molto presente nella costa del piccolo centro.

«Gyotaku – ha detto Di Capita – non nasce come forma artistica, bensì come tecnica usata dai pescatori giapponesi per conservare memoria dei pesci catturati. La traduzione letterale è pesce strofinato e consiste proprio nel pitturare il pesce e avvolgerlo nella carta da riso, che conserva l’impressione: alla fine l’animale può essere lavato, cucinato e mangiato normalmente». Di comunicazione nuova intorno al mare, diretta soprattutto ai giovani, ha parlato il sindaco Luca Gaetano. «Di convegni sul mare sporco se ne fanno tutti i giorni – ha detto – in questo caso noi abbiamo voluto tentare, attraverso questa manifestazione, una nuova narrazione sulla fragilità dell’ecosistema, partendo dalle sue bellezze e dal dovere che tutti abbiamo di proteggerle».

Proprio per questo nelle Giornate per il mare, gli organizzatori hanno voluto coinvolgere anche il fotografo e divulgatore subacqueo Giovanni Laganà, gli operatori dell’associazione “Carretta Calabria Conservation”, la presidente dell’associazione “Mare pulito-Bruno Giordano” Francesca Mirabelli e il docente universitario Emilio Sperone.