Il segretario Flai Cgil Rocco Borgese ricorda il giovane freddato all'interno della ex fornace La tranquilla a San Calogero: «Non si spengano i riflettori sul ghetto di San Ferdinando»
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Oggi 2 giugno, festa della Repubblica, ricorre il primo anniversario della morte di Soumaila Sacko, il bracciante africano ucciso a colpi di fucile mentre cercava di prendere una lamiera in una fabbrica dismessa situata nell'area dell’ex fornace "Tranquilla" di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia. Per il delitto è attualmente sotto processo Antonio Pontoriero.
«Il giovane, originario del Mali, come molti altri braccianti- afferma in una nota stampa Rocco Borgese, segretario della Flai Cgil di Gioia Tauro, abitava alla baraccopoli di San Ferdinando, smantellata pochi mesi fa grazie alle lotte condotte in maniera incessante dalla nostra sigla sindacale. A distanza di un anno dal tragico evento si spera- sottolinea Borgese- che fatti di questo genere, incentivati certamente da politiche nazionali di odio e disprezzo verso gli stranieri, non si verificano più». La Flai, nel definirsi «sempre vicina in questi anni alla questione dell'immigrazione della seconda area industriale sanferdinase, spera che veramente ci sia la seria volontà di risoluzione definitiva ad un grave problema che da anni infligge la Piana barcamenandola nella ignominia più profonda». «Auspichiamo, ha concluso Borgese, che il protocollo d'intesa firmato in Prefettura a Reggio Calabria non rimanga "lettera morta" concretizzandosi nell'immediato. Ci auguriamo che i riflettori, in uno dei ghetti più grandi di Europa, dove lo sfruttamento e i gesti barbari, come quello che ha visto la morte tragica di Soumaila Sacko, non si spengano altrimenti i ragazzi africani torneranno ad essere quegli invisibili di sempre dimenticati da tutti ed anche da Dio».
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