«Vogliamo combattere le mafie ed abbiamo lanciato l’hashtag “Liberi di crescere liberi” perché noi crediamo fortemente nella nostra terra e soprattutto nel nostro futuro qui». A dirlo è una giovane studentessa che stringendo tra le mani uno striscione afferma con forza il diritto di «riappropriarsi del proprio territorio per costruire il futuro».

I giovani in piazza 

Sono stati i giovani, studenti di ogni ordine e grado delle scuole calabresi, che hanno popolato una gremita piazza Matteotti in cui sono stati accolti i tanti manifestanti, giunti a Catanzaro da ogni parte della Calabria e anche da fuori regione: dalla Puglia, dalla Basilicata e dalla Sicilia, per dare sostegno al lavoro del procuratore antimafia, Nicola Gratteri. 

 

Tra i tanti pullman giunti in piazza, anche un gruppo di Isola Capo Rizzuto (Kr): « Non si può mancare ad una manifestazione del genere – ha detto la coordinatrice del gruppo – perché c’è in ballo il futuro dei giovani. La legalità è fondamentale per noi e non possiamo essere messi da parte dalle testate giornalistiche nazionali. La Calabria c’è e non solo per le cose negative». 

«Gratteri non si tocca»

«Gratteri non si tocca, Gratteri non si tocca, Gratteri non si tocca». Ad urlarlo a squarciagola sono gli alunni di un istituto comprensivo di Sersale-Zagarise (CZ): «Noi siamo con Gratteri  - ha detto una bambina – perché crediamo in lui e siamo convinti che possa rendere questa Calabria un posto migliore per tutti». 

 

«Noi sosteniamo il lavoro del procuratore e del pool di magistrati – ha detto uno studente dell’IIS “Maresca”di Catanzaro – che stanno radicalmente smantellando le strutture organizzative della ‘ndrangheta e noi ci sentiamo portavoci delle idee e del pensiero e del lavoro encomiabile che Gratteri sta portando avanti». 

«Giù le mani dai bambini»

Presente anche una delegazione del Movimento delle Agende Rosse di Palermo insieme anche ai promotori del progetto “Giù le mani dai bambini”. Particolarmente toccante la testimonianza della mamma del piccolo Claudio Domino ucciso dalla mafia a Palermo il 7 ottobre 1986 all’età di 11 anni. 

«Mio figlio Claudio – ha spiegato Graziella Accetta Domino – fa parte del gruppo dei 109 bambini vittime innocenti di mafia, di quella disonorata mafia che per anni ha fatto credere di avere un codice d’onore, ma che non ha mai avuto. Dopo 33 anni il mio Claudio non ha avuto una giustizia, una verità. Ecco perché siamo qui a sostenere magistrati ed uomini onesti come Gratteri, per essere sicuri che qualcuno porti avanti le nostre cause».

 

Istruzione, lavoro, sanità, trasporti, legalità. Sono questi i "pezzi" della Calabria che la società civile vuole ricostruire grazie all’opera del Procuratore Gratteri e della sua squadra e lo ha fatto simbolicamente oggi in Piazza con la costruzione della regione attraverso dei mattoncini colorati.