Annullati tre capi di imputazione su quattro. Al professionista lametino veniva contestato di avere favorito Raffaele Calidonna, considerato il presunto deus ex machina del sistema
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Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha annullato tre dei quattro capi d’imputazione contestati al cancelliere Michele Albanese, difeso dagli avvocati Aldo Ferraro e Antonella Pagliuso, nell’ambito dell’inchiesta “Asta la vista” riguardante un presunto sistema di truffa inerente le aste giudiziarie nel foro lametino.
Il Tribunale della Libertà ha accolto l’appello cautelare proposto dai difensori di Albanese avverso l’ordinanza emessa dal Gip di Lamezia Terme lo scorso 6 aprile. Nonostante il Procuratore della Repubblica Salvatore Curcio avesse chiesto in udienza che fosse dichiarata l’inammissibilità dell’appello proposto perché a suo dire pervenuto oltre i dieci giorni dalla notifica dell’ordinanza impugnata, i giudici catanzaresi hanno ritenuto che l’impugnazione fosse corretta perché spedita a mezzo posta nei termini di legge ed hanno proceduto ad annullare l’ordinanza cautelare rispetto al più grave reato di abuso d’ufficio contestato al cancelliere.
In particolare ad Albanese veniva contestato avere intenzionalmente favorito Raffaele Calidonna, considerato il presunto deus ex machina del sistema, nel fornirgli informazioni privilegiate rispetto a talune procedure esecutive, nonché per due ipotesi di rivelazione di notizie coperte da segreto d’ufficio contestate ai capi 27 e 74 delle imputazioni. Si dovranno ora attendere 30 giorni per conoscere le motivazioni di tali annullamenti, nonché della conferma dell’ordinanza per una residua imputazione di rivelazione di notizie riservate contestata al capo 23.
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