La Sa.Te.Ca. Spa che si ravvede e cede alla lusinghe di una proposta avanzata dalla Regione Calabria per una possibile proroga gestionale della durata di 24 mesi e l'istituzione di un tavolo legale, già nella giornata di domani, per capire fin dove possono spingersi le speranze di una imminente riapertura del parco termale che ha chiuso i battenti lo scorso dicembre. E' questa la sintesi di ciò che è stato sancito durante un nuovo incontro tra i rappresentanti dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese e i vertici della società privata, rappresentati dall'avvocato Enzo Paolini e dall'architetto Ferrari. La riunione si è tenuta questa mattina nella sede municipale del Comune di Guardia Piemontese, alla presenza di alcuni rappresentanti dei sindacati dei lavoratori.

La protesta dei lavoratori

Mentre nella sala interna si decideva il da farsi tra un continuo scaricabarile dai toni piuttosto accesi, nel piazzale decine di lavoratori hanno messo in scena una vera e propria protesta, supportati da alcuni commercianti del posto. Più volte le forze dell'ordine hanno dovuto sedare la rabbia degli ormai ex dipendenti che, al grido di «buffoni» e muniti di cartelli, hanno provato ad entrare e raggiungere i partecipanti dell'incontro. L'azione è stata impedita da un lungo cordone di uomini di carabinieri e polizia che, seppur a fatica, è riuscito comunque a mantenere l'ordine e garantire la sicurezza.

Il punto della situazione

Dopo un iniziale rifiuto, la società privata, sub concessionaria delle acque termali, ha finalmente aperto alla possibilità di accettare un'ulteriore proroga di gestione suggerita dalla Regione Calabria, ma solo a patto che, una volta avviate le attività, i Comuni (concessionari dei beni) si mettano alla ricerca di nuovi gestori mediante una manifestazione di interesse. La proroga, infatti, ha una durata di soli 24 mesi e ciò, a detta degli imprenditori, non consentirebbe di investire somme tali da garantire il piano di sviluppo previsto.

Un tavolo tecnico per salvare 250 famiglie

Sull'accettazione della proroga, però, i Comuni storcono il naso e parlano di azione illecita. Secondo i primi cittadini Giorgio Maritato e Vincenzo Rocchetti, non sarebbe possibile concedere una proroga a un contratto già scaduto. «Ma la necessità adesso è salvare 250 posti di lavoro», insistono dalla Sa.Te.Ca. Spa e per questo domani l'avvocato Paolini e la dottoressa Santoro, legale dei dei Comuni interessati alla stazione termale, siederanno allo stesso tavolo per capire come sbrogliare la matassa burocratica e riaccendere le speranze, possibilmente senza infrangere la legge.

 

LEGGI ANCHE: Terme Luigiane, tecnici della Regione effettuano un sopralluogo