L’indagato principale è finito in carcere, ai domiciliari gli altri due. Le indagini avrebbero accertato la pratica usuraia adottata nel capoluogo sin dagli anni 2000. La restituzione delle somme date in prestito imposta con violenza e minacce
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Questa mattina, i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Tribunale di Catanzaro, nei confronti di tre persone che dovranno rispondere dei reati di usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, estorsione e autoriciclaggio.
In carcere Carlo Francesco Procopi. Ai domiciliari Giuseppe Procopi e Daniele Masciari.
Il provvedimento è stato adottato all’esito delle investigazioni svolte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, con l’ausilio del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, che avrebbero consentito di accertare l’erogazione di prestiti a tassi usurari, erogati dall'indagato principale, a Catanzaro sin dai primi anni 2000.
Allarmante, da quel che risulta dalle indagini, l’estrema diversità delle vittime, sia per età che per estrazione sociale e attività lavorativa, oltre al modus operandi degli indagati. I quali, in più occasioni, hanno imposto la restituzione delle somme date in prestito, con violenza e minacce, facendo leva anche sulla vicinanza del indagato principale ad ambienti criminali, temuti dalle vittime. Tutte, nei diversi episodi di usura e di estorsione, versavano in stato di bisogno dovuto ai debiti, anche ingenti, a volte soltanto temporaneo, per far fronte anche alle più banali esigenze di vita.
I tassi d’interesse accertati sono risultati ampiamente al di sopra della soglia di usurarietà, raggiungendo in un caso il 600% su base annua.
Il principale indagato dovrà rispondere anche del reato di autoriciclaggio, avendo reimpiegato in un’occasione un’autovettura sottratta ad una vittima nell’attività di vendita di auto da lui gestita.
Il provvedimento ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dell’indagato principale e degli arresti domiciliari nei confronti degli altri due di cui è stato accertato il coinvolgimento in due episodi di usura e in un episodio di estorsione.
I provvedimenti cautelari sono stati adottati dal gip, su richiesta dell’Ufficio di Procura, per impedire la reiterazione dei reati e l'inquinamento del quadro probatorio.