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Quasi cinquecento chilometri che scorrono da Gioia Tauro fino a Taranto e che regolarmente e con costanza chiedono il loro tributo di vite. La 106 Jonica è ormai conosciuta come 'la strada della morte'. I lavori di ammodernamento sono iniziati negli anni Venti, ma non sono mai arrivati a termine. Ora una nuova prospettiva. Quella che vede l'approvazione da parte del Cipe del progetto definitivo del "Primo lotto del Megalotto 3". Si tratta di 38 chilometri tra Sibari e Capo Spulico che dovrebbero diventare una strada a quattro corsie con spartitraffico centrale. Lo stesso che secondo il presidente dell'associazione "Basta Vittime sulla Statale 106" avrebbe potuto evitare, qualora fosse stato già realizzato, l'incidente di Villapiana in cui hanno perso la vita tre persone.
Ma i problemi della statale affondano le loro radici nel ventennio fascista. L'atto di istituzione della strada Statale 106 Jonica è stato, infatti, emanato durante il fascismo, precisamente il 17 Maggio del 1928, con il provvedimento costitutivo numero 1.094.
Dei 415 chilometri di strada ad oggi, dopo circa un secolo, la maggior parte è rimasta in larga parte invariata. E proprio i pochi interventi strutturali hanno inciso sulle vite di decine di vittime e delle loro famiglie fino a farla diventare una delle strade più pericolose d'Italia.
Tiziana Bagnato