L'apertura delle scuole nel settembre scorso ha avuto un impatto notevole sull'aumento dei casi di infezione da nuovo coronavirus in Italia, che è possibile quantificare in circa 225.815. È quanto emerge dall'analisi, fatta a titolo personale, dallo statistico Livio Fenga, dell'Istat, nel pieno del nuovo dibattito sulla riapertura dopo il periodo natalizio.

L’effetto elezioni

«La robustezza dei risultati ottenuti - ha osservato l'esperto - farebbe propendere per uno slittamento della data di riapertura delle scuole» e i dati relativi al periodo della riapertura indicano che «le scuole hanno avuto un grande impatto». Tuttavia, ha precisato, «è da osservare che, specialmente in alcuni casi, la data delle votazioni del 20-21 settembre può aver condizionato i risultati dell'analisi statistica e, in questi casi, è più corretto riferire l'incremento dei casi a un effetto combinato di scuola ed elezioni. Per la maggior parte delle regioni, l'inizio della scuola è avvenuto con una settimana di ritardo rispetto alla data delle votazioni e questo potrebbe diminuire l'effetto delle votazioni nelle stime».

Situazione peggiore in Lombardia e Campania

«Regione per regione, grafici che tengono conto della diversa data di apertura delle scuole presentano la stima del numero dei casi positivi aggiuntivi indotti dall'apertura delle scuole», ha detto Fenga all'Ansa. Soltanto per la Provincia autonoma di Trento e per le Marche, ha aggiunto, «la stima non risulta significativa. Negli altri casi si osserva una significatività statistica» e «il totale stimato a livello Italia è pari a circa 225.815 positivi». Considerando le regioni, l'impatto maggiore, in termini assoluti, si è verificato in Lombardia (45.178 casi imputabili a riapertura delle scuole) e Campania (38.789 casi), seguite da Lazio (23.507), Piemonte (17.675), Toscana (15.485), Veneto (15.264), Emilia Romagna (13.575) e Sicilia (12.900).