Con tre rinvii a giudizio  e undici assoluzioni si è concluso il procedimento giudiziario a carico di tredici imputati coinvolti in presunti illeciti nel settore scolastico. E’ caduta per tutti, imprenditori e dirigenti scolatici, l’associazione a delinquere (per molti per via della prescrizione) e in parte sono crollati anche i reati di truffa, abuso d’ufficio e turbativa di incanti per fatti compiuti  tra il 2005 al 2009. Il gup del Tribunale di Catanzaro Domenico Commodaro,  ha mandato a processo il dirigente facente funzioni dell’Ufficio scolastico regionale Luigi Leone, l’imprenditore Giuseppe Leone e Serafina Scerra, dirigente del polo scolastico di Cutro.  Non luogo a procedere per Paolo Lodari, di Catanzaro, legale rappresentante della ditta individuale "The Brain Hardware"; Mario Paone, di Catanzaro, imprenditore; Carmela Rotella, di Catanzaro, legale rappresentante della Caro System snc; Francesco Scarpino, di Catanzaro, titolare dell'omonima ditta individuale; Francesco Mercurio, di Catanzaro, direttore dell’Ufficio scolastico regionale; Rocco Bono, di Taurianova, dell'istituto tecnico Donegani di Crotone; Carmela Contrino, di Isola Capo Rizzuto, dirigente scolastico del secondo circolo Wojtyla di Isola Capo Rizzuto; Luigi Grimaldi, di Mesoraca, dirigente scolastico dell'istituto professionale di Cotronei; Francesco Priolo, dirigente dell'istituto per geometri Petrucci di Catanzaro, di Reggio Calabria; Giuseppe Carrà, di Limbadi, dirigente dell'istituto tecnico per geometri Berto, Antonio Papalia, di Bonifati, dirigente del liceo classico di Praia a Mare. Il processo a carico dei tre rinviati a giudizio inizierà il prossimo 17 dicembre. L’inchiesta avviata dalla Procura di Crotone nel 2009 aveva  portato alla luce l’esistenza di un asserito sistema fraudolento attraverso il quale il dirigente del Centro servizi amministrativi di Crotone (Csa), Luigi Leone,catanzarese d’adozione, avrebbe fatto confluire ingenti somme di denaro pubblico in favore del figlio. Secondo l’accusa tutti gli acquisti di materiale informatico o d’ufficio, di arredi o di cancelleria, sarebbero stati effettuati dai dirigenti di numerosi istituti scolastici del Crotonese in due delle società delle quali era titolare Giuseppe Leone, figlio del coordinatore del Csa. Nel 2010 l’indagine, nell’ambito della quale era spuntata anche l’ombra della massoneria, visto che nel corso di alcune perquisizioni sono stati trovati grembiuli, cappucci, collari e una lista di nomi legati ad una loggia, si è allargata a macchia d’olio estendendosi in tutte le province della Calabria. Nessuna esclusa. “Il sistema era così radicato da consentire a dirigenti scolastici di aggiudicare le gare,- si legge nell’avviso di conclusione delle indagini  vergato dal magistrato Pierpaolo Bruni- sempre nei confronti dell’impresa di Giuseppe Leone, pur in presenza di offerte più vantaggiose per la Pubblica amministrazione, anche in forza del vincolo associativo e della partecipazione a logge massoniche i cui componenti hanno posto in essere attività diretta ad interferire sull’esercizio di Pubbliche amministrazioni". Lo stesso tipo di comportamento sarebbe stato adottato, dagli altri indagati e in tempi diversi. Tutto, aveva ipotizzato il pm Bruni, nel nome dei Leone. Tutto deciso prima, per foraggiare le imprese gradite.

Gabriella Passariello