VIDEO | L'uomo terrorizzava le vittime con minacce e atti persecutori. Nel corso della perquisizione presso la sua abitazione i carabinieri hanno anche scoperto due bunker dove nascondeva armi e refurtiva
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Aveva letteralmente terrorizzato alcune delle proprie vittime un pregiudicato, legato ad una conosciuta famiglia rosarnese, nei confronti del quale, i carabinieri, nei giorni scorsi, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminare della Procura della Repubblica di Palmi.
I militari della compagnia carabinieri di Gioia Tauro, supportati dai cacciatori del gruppo eliportato di Vibo Valentia, che a seguito di un attenta perquisizione presso l’abitazione del destinatario del provvedimento cautelare, hanno anche scoperto due bunker, di cui uno ricavato da una intercapedine sottostante la cucina ed un altro sotto un capannone di fronte all’abitazione stessa, utilizzati verosimilmente per nascondere oggetti utili a compiere i fatti delittuosi o quale nascondiglio per latitanti o refurtiva, oltre che alcune cartucce da caccia.
Numerose le contestazioni nei confronti del rosarnese, a partire dall’anno 2020. In particolare, da una ricostruzione dell’excursus criminale del medesimo, per quanto emerso dall’attività d’indagine, lo stesso aveva costretto il titolare di una ditta di autotrasporti a consegnargli il portafogli, dietro gravi minacce. In un successivo episodio, ad essere preso di mira, invece, era stato un autista della medesima ditta, verso il quale, il malvivente aveva ugualmente posto in essere minacce e atti persecutori.
Presentatosi presso l’abitazione per chiedere notizie sul suo conto e sui propri familiari, nei giorni successivi lo aveva anche inseguito a bordo della propria autovettura, costringendolo a farsi consegnare la somma di 2.100 euro ed alcuni pacchi che lo stesso trasportava, inducendolo in un episodio successivo, a consegnargli altresì la somma di 1.200 euro. A seguito delle continue minacce subite, che avrebbero imposto alla vittima di lasciare anche il posto di lavoro, ha denunciato il tutto ai carabinieri. Altro analogo episodio, risale a fine anno scorso, quando a Maropati, travisato, con in pugno una pistola, l’uomo aveva tentato di porre in essere altra rapina a mano armata nei confronti del corriere di una ditta, non portata a termine questa volta, solo grazie alla pronta reazione del corriere stesso, che era corso via a bordo del proprio mezzo, facendo così desistere dall’azione criminale.
La vicenda non era però terminata qui, in quanto pochi giorni dopo, l’uomo aveva nuovamente cercato di rapinare, armato di pistola, lo stesso corriere che nel tentativo di scappare alla guida del proprio furgone, era finito fuori strada e una volta raggiunto dal malvivente dopo aver subito da questi un pugno in faccia, veniva derubato, in questa occasione, di 150 euro. Lo stesso giorno, inoltre, a Melicucco, ad essere preso di mira anche lo stesso corriere di una ditta, già vittima di precedenti ritorsioni, il quale anche in questa circostanza, era stato pesantemente minacciato dall’ormai “noto rapinatore” con l’allusione a vicinanze a famiglie mafiose.
Il settimo e ultimo episodio era avvenuto a Rosarno a fine dicembre scorso, circostanza nella quale quattro persone nel corso di una battuta di caccia, sono stati raggiunti da due soggetti, uno dei quali riconosciuto nell’odierno arrestato, e derubati dei tre fucili e di 105 euro di cui erano in possesso. In tale occasione, i rapinatori armati, avevano esploso a scopo intimidatorio due colpi di arma da fuoco, recando danno anche al cancello di un’abitazione privata con l’intenzione – non riuscita- di danneggiare una telecamera installata, risultata utile per il proseguo delle indagini. In tutte le circostanze delineate, risulta doveroso risaltare l’atteggiamento delle vittime, che nonostante il clima di vero e proprio terrore instaurato a seguito delle gravi condotte criminose poste in essere dal soggetto arrestato, già ampiamente noto alle forze dell’ordine, hanno sempre avuto la forza e il coraggio di denunciare, riponendo la loro massima fiducia negli inquirenti, contribuendo in modo determinante ad aiutare i carabinieri della tenenza di Rosarno che hanno condotto le indagini, nella ricostruzione degli eventi.
Richiesta, inoltre, dagli stessi militari, anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Rosarno, concessa dall’Autorità Giudiziaria per anni 3 e mesi 6, nei confronti del malvivente, che sarà applicata al termine del periodo detentivo.