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«I risultati della ricerca For Freedom Of Religion presentati in anteprima nazionale a Palazzo San Giorgio lo scorso venerdì dai garanti dei Diritti dei Detenuti di Reggio Calabria e Brescia, Agostino Siviglia e Luisa Ravagnani, sono davvero unici sul territorio nazionale, nell’ottica dell’analisi del rischio di radicalizzazione del terrorismo in carcere di detenuti islamici». E' quanto dichiarano in un comunicato congiunto i Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale dei Comuni di Brescia e Reggio Calabria Luisa Ravagnani e Agostino Siviglia.
La ricerca, presentata ieri durante un incontro tenutosi a Palazzo San Giorgio, ha riguardato 9 istituti di pena tra Nord, Centro e Sud e ha raggiunto 175 detenuti. I dati raccolti permettono di evidenziare alcuni aspetti importanti relativi al vissuto dei detenuti di fede islamica prima dell'ingresso in carcere e in relazione alla detenzione. Tra i risultati sui quali è stata aperta una riflessione vi sono quelli che riguardano la percezione di essere discriminati in carcere per ragioni di razzismo (14,7%) o la percezione di essere maltrattati in Italia (35% circa). Entrambi questi fattori sono infatti considerati in letteratura come facilitanti lo sviluppo di dinamiche di radicalizzazione.
Strategie preventive
Per quanto riguarda il tema specifico, un terzo del campione ritiene il rischio di radicalizzazione intramuraria esistente e suggerisce strategie preventive di contrasto che paiono avere tutte come filo conduttore la presa in carico delle esigenze di carattere culturale e il dialogo interreligioso.
«I risultati della ricerca – spiegano Ravagnini e Siviglia - saranno il punto di partenza di un progetto europeo di recente approvazione sul tema, che vede l'Universita' degli studi di Brescia partner di una rete di lavoro europea, alla quale avranno accesso anche i due Garanti di Reggio Calabria e Brescia, quali interlocutori diretti delle realtà penitenziarie».
Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco Giuseppe Falcomatà per «l’importanza della sinergia realizzata fra le città di Reggio Calabria e Brescia, evidenziando la particolare attenzione che l’Amministrazione comunale reggina ha inteso riservare alla tutela dei diritti di chi ha delinquito nell’ottica di garantire una seconda possibilità, nel solco della più illuminata previsione costituzionale».
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Gli aderenti alla conferenza
Molte le personalità intervenute alla conferenza, la direttrice del carcere di Reggio Calabria, Maria Carmela Longo, il provveditore vicario del Dap, Rosario Tortorella, il procuratore generale, Santo Melidona, il professore Arturo Capone per l’Universita’ Mediterranea, gli assessori comunali al Welfare Lucia Nucera e alla Pubblica Istruzione Anna Nucera.
«La città di Reggio Calabria – concludono i Garanti - conferma ancora una volta la sua qualificante attività in tema di detenzione e risocializzazione, riconosciuta a livello nazionale ed europeo. E nelle prossime settimane saranno presentate alcune rilevantissime iniziative in tema di giustizia riparativa e tutela delle vittime del reato che mirano a rimarginare le ferite inferte alla nostra comunità dal crimine organizzato per tentare di innescare, strutturalmente, avvenimenti concreti di cambiamento sociale».