VIDEO | Alla vigilia dell'inaugurazione nell'area industriale di competenza della Fondazione Terina con il ministro Bonafede si lavora alacremente per terminare i lavori
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Mancano poche ore al sopralluogo del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che segnerà l’inaugurazione dell’aula bunker più grande d’Europa nel cuore della zona industriale di Lamezia Terme. Nei locali dove fino a luglio scorso il call center Abramo dava lavoro a centinaia di operatori, si terranno i più imponenti processi di ndrangheta, prima tra i quali Rinascita Scott. La visita del ministro è prevista per domani, 15 dicembre, alle 11.
3300 i metri quadrati di superficie sui quali verranno spalmate le diverse attività, il tutto improntato alla massima sicurezza. Tre gli ingressi, uno per il pubblico, uno per i magistrati e uno per avvocati e imputati. All’interno aree per i giudici, per gli avvocati che dovranno interloquire con i clienti; per i testimoni dell'accusa e per i testi della difesa. 150 i video collegamenti possibili contemporaneamente.
La struttura è video collegata ad un sistema centralizzato di sicurezza che invia eventuali segnali alle centrali operative di Carabinieri, Finanza e Polizia. Sono previsti oltre 300 posti per gli imputati a piede libero e uno spazio per il pubblico. E se all’interno è tutto pronto si lavora ancora alacremente per le ultime rifiniture dell’esterno sotto gli occhi vigili della Protezione Civile e dell’Esercito e continui sopralluoghi anche di altre forze dell’ordine.
Guarda soddisfatto quella che è una vera e propria svola il presidente della Fondazione Terina Gennarino Masi: «Ormai è tutto pronto, i lavori sono stati molto celeri, le imprese che hanno vinto l’appalto hanno lavorato assiduamente. È nato tutto da un mio suggerimento, partendo da uno stabile che si liberava e che mi sembrava giusto mettere a disposizione del ministero e della comunità calabrese. Speriamo che dall’aula bunker si possa rilanciare anche l’area industriale, che è la più grande del meridione».
Un’area industriale che ha decisamente bisogno di una sferzata di energia e di un volano. Basta fare rapidamente un giro in auto per rendersi conto del fatto che è pressoché isolata, manca qualunque tipo di attività ricettiva o di ristoro, al di là dell’ormai storico camioncino di panini.
Per non parlare delle zone con erba alta, rifiuti ovunque e canaloni di scolo pieni di canne e vegetazione. La Fondazione Terina sta lentamente rimettendosi in piedi dopo essere stata considerata per anni solo un “carrozzone” della Regione Calabria.
Gli ultimi tre anni sono stati i primi con il bilancio in attivo, le proteste sui tetti dei dipendenti senza stipendio per mesi sono un ricordo. La speranza è la nuova struttura possa segnare definitivamente il passo.