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Ci sono risvolti clamorosi nella vicenda sollevata da Lacnews24.it, circa il ritorno in panchina dell’allenatore della ReggioMediterranea, Natale Iannì, nonostante una condanna sia in primo grado che in appello per 416 bis. Nel pomeriggio di ieri, al termine della partita disputata dalla squadra contro lo Scalea, gli agenti della sezione Volanti della questura di Reggio Calabria hanno tratto in arresto l’allenatore per violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale, che impongono di non frequentare le manifestazioni pubbliche. L’arresto è avvenuto nello stadio di Longhi-Bovetto.
La ragione dell'arresto
Per Iannì, dunque, si sono aperte le porte degli arresti domiciliari. La ragione va ricercata non tanto e non solo nella condanna a 9 anni 6 mesi e 20 giorni di carcere, comminata dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria per il reato di associazione mafiosa con la cosca Caridi-Borghetto-Zindato, operante nel territorio di Modena, ma soprattutto come effetto della confisca che era stata decisa sul suo patrimonio. Nell’ambito di tale misura, infatti, è stata anche disposta la sorveglianza speciale che è stata notificata a Iannì nella giornata di giovedì scorso. Proprio da qui prende le mosse il provvedimento eseguito dagli uomini della questura di Reggio Calabria. Nella giornata di oggi è prevista la celebrazione dell’udienza per direttissima.
Le ragioni della difesa
Per quanto concerne tale violazione, a giudizio del legale di Iannì, l’avvocato Basilio Pitasi, non è stata integrata la violazione della misura di prevenzione, citando una decisione della Cassazione che distingue, in tema di manifestazioni pubbliche, fra contatti sociali pericolosi e il normale svolgimento della vita. Su questo aspetto, probabilmente, si baserà la difesa di Iannì che, adesso, oltre ad attendere la decisione su questa presunta violazione, continua ad aspettare il giudizio definitivo sul processo nel quale risponde di associazione mafiosa.
Le polemiche e l'incontro col pm
C’è da dire che, come riportato nei giorni scorsi, diversi erano stati i commenti negativi sul ritorno di Iannì. Ben tre parlamentari, oltre il massmediologo Klaus Davi, si erano espressi in merito, criticando aspramente la scelta della società e chiedendo un intervento di Figc e Lega nazionale dilettanti. Poi l’incontro fra il presidente della ReggioMediterranea, Bruno Leo, e il sostituto procuratore Stefano Musolino, con quest’ultimo che aveva “benedetto” la decisione della società, valutandola positivamente. Ieri, però, la Polizia di Stato ha valutato diversamente la questione, in termini di sorveglianza speciale, procedendo addirittura nell’impianto sportivo di Longhi-Bovetto.
Consolato Minniti