FOTO-VIDEO e INTERVISTE | Parla la figlia della donna aggredita dall’ex marito. L'uomo ha tentato di ucciderla dandole fuoco. Una partecipata manifestazione ha testimoniato la vicinanza della città dello Stretto
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«Dovete denunciare al primo schiaffo. Basta. Si deve prevenire tutta questa violenza»: dalle scale del teatro “Cilea” di Reggio Calabria si alza forte il grido di Annie, la figlia di Maria Antonietta Rositani. L’infermiera 42enne è ancora ricoverata in gravi condizioni al “centro grandi ustionati di Bari” dopo che l’ex marito Ciro Russo, martedì scorso in via Frangipane, ha tentato di ucciderla dandole fuoco con della benzina. Centinaia di reggini oggi sono scesi in piazza per lei e per tutte le donne, e per dire basta ai soprusi e ai maltrattamenti. Maltrattamenti che Maria Antonietta aveva avuto il coraggio di denunciare alle forze dell’ordine. Ciro Russo infatti, era agli arresti domiciliari rimediati in seguito alla denuncia sporta dalla donna. In carcere da gennaio al maggio dello scorso anno, all’uomo il gip aveva sostituito la misura con quella degli arresti domiciliari che aveva deciso di scontare ad Ercolano, in provincia di Napoli. Ed è proprio dalla cittadina campana che Russo è evaso la notte intercorsa tra lunedì e martedì, per giungere fino a Reggio e compiere la sua vedetta. Maria Antonietta, che ha il corpo ricoperto dal 70 per cento da ustioni, sta lottando e oggi dalla citta dello Stretto è partito un grande abbraccio verso di lei.
«Mia madre è una leonessa»
La figlia Annie le ha mandato un messaggio e insieme al fratello spera di riaverla presto a casa: «mia madre è una leonessa –ha detto- è una donna straordinaria perché ha avuto il coraggio di affrontare questo nel modo più positivo possibile. Lo so che lei si rimetterà presto e che tornerà a casa così noi potremmo condurre una vita tranquilla». Durante l’iniziativa tante sono state le parole dure pronunciate contro Ciro Russo che adesso si trova in carcere, dopo quasi due giorni di fuga. La figlia Annie, nonostante il gesto atroce, non mostra odio verso di lui, ma si affida solo alla magistratura. «Io non sono nessuno per condannare mio padre, ci dice la giovane, solo la giustizia saprà cosa fare. Solo Dio sa cosa stiamo passando noi in questo momento, cosa sta passando mia madre, ma anche cosa sta passando mio padre. Dico solo che il tempo curerà le ferite e noi andremo avanti». Un pensiero poi Annie Russo lo rivolge alle forze dell’ordine e ai medici che hanno soccorso la madre e ai sanitari baresi che adesso la stanno assistendo. «Il mio “grazie” speciale, e quello di mia madre, va agli uomini della Squadra Mobile della Questura reggina, ai sanitari dell’ospedale reggino che per primi l’hanno soccorsa e poi, ai medici di Bari che, per come mi ha detto lei, la stanno trattando come se fossero degli “angeli”».
La sorella Valeria: «spero che quest’incubo finisca presto»
Accanto alla ragazza c’erano molti familiari tra cui la zia Valeria che in questo momento di profondo dolore, insieme agli altri fratelli e ai suoi genitori, sta assistendo i due figli della coppia. Al collo ha appeso un cartello che recita: «le mie mani saranno le tue, lotta sorella mia». È comprensibilmente turbata, ma anche lei è una donna forte. «Tutti- afferma- in questo momento ci dobbiamo abbracciare. Non vedo l’ora che i medici sciolgano la prognosi e ci dicano che mia sorella sta bene e che ritornerà alla vita di sempre, ad abbracciare i suoi figli e tutti noi. Spero solo che quest’incubo finisca presto anche se lei porterà per sempre i segni indelebili sul suo corpo per tutta la vita. Nessuno merita di essere bruciato».
Il messaggio di Maria Antonietta
Durante la manifestazione organizzata da Laura Bertullo, presidente della commissione “pari opportunità” della città metropolitana di Reggio Calabria, a cui hanno partecipato tantissimi cittadini e associazioni nonché il sindaco Giuseppe Falcomatà, il vicesindaco Riccardo Mauro, assessori e consiglieri locali, Maria Antonietta Rositani, attraverso l’amica Vanessa, ha inviato un messaggio. Un messaggio scritto da una grande donna che nonostante le sofferenze continua ad andare avanti. «Essere una grande donna è un grande pregio- ha scritto Maria Antonietta- perché noi donne il dolore lo sopportiamo, ma non ci dobbiamo mai far sottomettere da chi ci manipola facendoci credere di essere una nullità. Mai dobbiamo perdere la nostra dignità. Grazie per tutto quello che fate, perché lottate con me e non vedo l’ora di riabbracciare tutti nella mia adorata città».
Reggio ha scritto una bella pagina
Donne, uomini, tanti e tanti ragazzi oggi hanno voluto stringersi intorno a Maria Antonietta e alla sua famiglia. È stato un momento in cui una città, molto spesso rassegnata al male e indifferente ai soprusi, ha alzato la voce per urlare, con tutte le proprie forze, un grande e dirompente “basta” alla violenza di genere. «Non potevamo restare indifferenti- ha dichiarato Laura Bertullo- a questa tragedia. Una nostra concittadina è stata vittima di un gesto terribile. Maria Antonietta è tutti noi. È una donna e una madre che ha dimostrato, e sta dimostrando ancora oggi, di essere forte e per questo noi le siamo accanto e l’impegno mio, e dell’Istituzione che rappresento, ha concluso la Bertullo, è e sarà anche in futuro di non lasciare sola né lei né i suoi figli».
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