Dopo le considerazioni del procuratore Nicola Gratteri che aveva ribadito la solidità delle accuse e la correttezza dell’operato del suo ufficio, arriva ora una nuova nota da parte della Diocesi
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
“In merito all’inchiesta penale che vede coinvolti due suoi sacerdoti, la Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea ed il suo vescovo, nel rinnovare tutta la stima alla Procura della Repubblica ed alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dichiara di avere sempre nutrito, e di continuare a nutrire, la più piena fiducia nell’operato della magistratura, con cui intende collaborare, confidando serenamente nell’accertamento della verità dei fatti e di eventuali responsabilità personali nelle sedi a ciò deputate». È quanto rende noto l’ufficio stampa della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea dopo l’intervento del procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, che domenica aveva ribattuto alle precedenti considerazioni della stessa Diocesi la quale – nel commentare la notizia della richiesta di rinvio a giudizio di don Graziano Maccarone, segretario particolare del vescovo monsignor Luigi Renzo, e don Nicola De Luca, rettore del santuario di Santa Maria dell’Isola di Tropea – aveva parlato di "alterazione delle intercettazioni" e di altre anomalie dell’inchiesta prendendo le difese dei due sacerdoti. Ora, quindi, la nuova nota stampa della Diocesi che getta di fatto “acqua” sul fuoco delle polemichee tende la mano alla magistratura inquirente rappresentata dal procuratore Nicola Gratteri. L’udienza preliminare in cui verrà discussa la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, è stata fissata per il 3 ottobre prossimo.
LEGGI ANCHE:
Preti vibonesi indagati, Gratteri smentisce la tesi della Diocesi e ricostruisce l’inchiesta
La Diocesi contesta la Procura: «Quei due preti sono vittime, non carnefici»
Tentata estorsione, chiesto processo per due sacerdoti del Vibonese